DAS GEFÄHRLICHE ALTER
35mm. L.: 2115m. D.: 85’a 22 f/s. R.: Eugen Illés. S.: dal romanzo di Karin Michaelis. Sc.: B.E. Lüthge. Scgf.: Gustav A. Knauer. F.: Johannes Männling. In.: Bernhard Goetzke (Richard Lindtner, Professore di università), Asta Nielsen (Elsie, sua moglie), Hans Waßmann (Wellmann), Trude Hesterberg (Lilly, sua moglie), Walter Rilla (Jörgen, uno studente), Hans Adalbert Schlettow (Axel, uno studente), Maria Paudler (Magna Rothe, una studentessa), Lucie Höflich (Torb, cuoca), Ernst Rückert (l’autista), Adolphe Engers (Monsieur Pierre), Ressel Orla (Resie, cameriera), Hermann Vallentin (Jensen, un pescatore), Josefine Dora (padrona di casa di Magnav), Lilian Weiß (Nelly, donna delle pulizie). P.: Illès-Film GmbH., Berlino.
Scheda Film
“Il cinema ha conosciuto una generale evoluzione da cinema di attori a cinema d’autore e non poteva più quindi dar vita a grandi attori né offrire loro sfide e compiti adeguati o particolarmente attraenti. Sembrava che il cinema non avesse ormai più bisogno di attori importanti […].
L’arte del montaggio – che aveva raggiunto il suo apogeo in America, e richiedeva solamente dei ‘tipi’, convinta com’era di poter fare a meno di grandi interpreti –, più tardi in Europa venne spinta all’eccesso raggiungendo culmini di assoluta artificiosità. Il film nella sua forma odierna – proprio come ai suoi esordi, quando tutto era focalizzato sul fasto, la scenografia e i costumi e ciò che contava era semplicemente abbagliare lo sguardo dello spettatore – può cavarsela perlopiù anche senza grandi attori. Il cerchio sembra allora chiudersi nuovamente. Ma verrà il giorno in cui si spezzerà, s’infrangerà.
Sotto la violenta slavina del film americano la psiche dei film europei ha subìto un mutamento radicale. Il film europeo ha perduto le proprie origini, è rimasto senza patria. Il montaggio spinto all’eccesso ha decretato la rovina dell’arte interpretativa dell’attore. È nata l’epoca del dilettantismo, un’epoca in rigogliosa fioritura. Oggi è del tutto possibile trasformare nel giro di ventiquattro ore un dilettante in una celebrità. A chi, in definitiva, può essere impedito di conseguire un certo risultato, quando quel che si richiede è un tot di centimetri di atmosfera, sguardo, collo proteso e così via?”. (Asta Nielsen, Mein Weg im Film. B.Z. am Mittag, 24.10.1928, in Renate Seydel, Allan Hagedorff (Hg.), Asta Nielsen. Eine Bildbiographie, 1981, S.214)