Das Cabinet Des Dr. Caligari

Robert Wiene

T. it.: Il gabinetto del dottor Caligari. T. int.: The Cabinet of Dr. Caligari Sog., Scen.: Carl Mayer, Hans Janowitz. F.: Willy Hameister. Scgf.: Hermann Warm, Walter Reimann, Walter Röhrig. Int.: Werner Krauß (Dr. Caligari), Conrad Veidt (Cesare), Friedrich Fehér (Francis), Lil Dagover (Jane), Hans Heinrich von Twardowski (Alan), Rudolf Lettinger (Dr. Olsen). Prod.: Erich Pommer, Rudolf Meinert per Decla Film Gesellschaft, Berlin DCP. D.: 75′. Virato

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Pietra miliare del cinema tedesco, leggendario classico del muto, precoce esempio di thriller psicologico, primo successo internazionale della cinematografia tedesca dopo la Prima guerra mondiale, prototipo del cinema espressionista: Das Cabinet des Dr. Caligari è tutte queste cose. Malgrado la sua importanza, per decenni si è continuato a proiettare il film in una forma vecchia e logora. Nonostante i restauri a cura del Filmmuseum di Monaco (1980), del Bundesarchiv-Filmarchiv di Coblenza (1984) e del programma europeo MEDIA (‘progetto Lumière’, 1995) avessero prodotto importanti miglioramenti estetici, tutti questi lavori si sono scontrati con limiti di natura fisica. Persistevano vari segni di degrado: la tipica patina da ‘vecchio film muto’ fatta di sporcizia, graffi e righe che infestavano l’immagine come fantasmi; il forte contrasto, che spesso riduceva i volti degli attori a superfici bianche; l’instabilità dell’immagine e i frequenti salti; le didascalie di difficile lettura. Le fonti su cui si basavano i tre restauri fotochimici erano diverse, ma tutte contenevano quei difetti.

Oggi, a quasi vent’anni dall’ultimo restauro, la Fondazione Friedrich Wilhelm Murnau di Wiesbaden ha usato per la prima volta il negativo camera custodito dal Bundesarchiv-Filmarchiv di Berlino e ha riunito i materiali migliori conservati negli archivi di tutto il mondo. Il restauro digitale a 4K è stato eseguito dal laboratorio L’Immagine Ritrovata di Bologna. Das Cabinet des Dr. Caligari non è mai stato vittima di tagli imposti dalla censura o dal produttore: per questo motivo non ci si attendeva scoperte sensazionali e scene tagliate. Ciò nondimeno, la nuova versione presenta il film nella sua forma più completa: il conseguimento di questo risultato era una delle sfide cruciali del progetto.

Anke Wilkening

Il fatto è che si mira a creare inquietudine e terrore. La varietà delle inquadrature diventa quindi secondaria. In Caligari, l’interpretazione espressionista è riuscita con raro successo a evocare la ‘fisionomia latente’ di una piccola città medievale dai vicoli tortuosi e oscuri, budelli stretti rinserrati tra case sgretolate le cui facciate sbilenche non lasciano mai entrare la luce del giorno. Porte cuneiformi dalle ombre pesanti e finestre oblique dai vani deformi sembrano rodere i muri. Davanti all’esaltazione bizzarra che emana da questa scenografia sintetica di Caligari, ricordiamoci di una dichiarazione di Edschmid: “l’espressionismo si muove in un’eccitazione perpetua”. Queste case o questo pozzo appena schizzato all’angolo di una stradina sembrano infatti vibrare di una straordinaria vita interiore.

Lotte H. Eisner, Lo schermo demoniaco, Editori Riuniti, Roma 1983

 

Copia proveniente da

Restaurato da Murnau Stiftung e Cineteca di Bologna presso il laboratorio L'Immagine Ritrovata