CVETY ZAPOZDALYE

Boris Suškevič

T. alt.: Doktor Toporkov. Sog.: dal racconto Fiori tardivi di Anton Čechov. F.: Aleksandr Stanke. Scgf.: Sergej Kozlovskij. Int.: Ol’ga Baklanova (Marusja), Aleksej Bondyrev (il servo), Lidija Dejkun (madre di Marusja), Aleksandr Gejrot (Egoruška), Marija Uspenskaja (sensale di matrimoni), Boris Suškevič (dott. Toporkov). Prod.: Vladimir Vengerov e Vladimir Gardin. DCP. Imbibito.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Cvety zapozdalye, tratto dal racconto di Čechov, ne illustra i conflitti fondamentali. Marusja Priklonskaja, giovane di nobile famiglia rassegnata al proprio destino, onora la madre, tollera le debolezze del fratello scapestrato Egoruška e ama segretamente il dottor Toporkov, ex servo della gleba. La morte della madre, il dispiacere per il comportamento del fratello e della sua amante, la povertà e le pene sentimentali (Toporkov ha sposato una ricca commerciante), provocheranno una malattia fatale. Il film si è conservato parzialmente: è giunta fino a noi soltanto la seconda metà, che ritrae la malattia e la difficile vita di Marusja.
Secondo i contemporanei, la costruzione drammaturgica del film non era del tutto riuscita, ma “nonostante alcune lungaggini nelle prime due parti della sceneggiatura e un’eccessiva sbrigatività nelle ultime due” Cvety zapozdalye era praticamente l’unico adattamento cinematografico capace di trasmettere lo stato d’animo čechoviano. Ciò era in buona parte merito degli attori del Teatro d’Arte di Mosca: Ol’ga Baklanova, Lidija Dejkun, Aleksandr Gejrot, Marija Uspenskaja. Le scene con Gejrot nel ruolo di Egoruška sono girate in maniera naturalistica, e l’interpretazione della Baklanova (che dopo essere emigrata recitò in Freaks di Tod Browning e in The Docks of New York di Joseph von Sternberg) è ricca di sfumature e di dettagli: le sue reazioni sono condizionate dalla psicologia della protagonista e non si riducono a un singolo sentimento, gesto o sguardo. Le lunghe camminate, l’attesa e la generale lentezza dell’azione servono a rendere la pressione dell’ambiente e della vita quotidiana in cui la protagonista si trova a vivere.
Boris Suškevič – regista e attore del Teatro d’Arte di Mosca – si allontana dalle pratiche teatrali molto più di tanti cineasti, quasi rinunciando alla ricerca dell’effetto, sia nella recitazione, sia nelle riprese: si constata l’assenza di “sguardi in macchina, diaframmi, controluci e belle imbibizioni”. Se per la maggior parte dei film prerivoluzionari risulta spesso impossibile giudicare le imbibizioni, semplicemente perché le copie imbibite non sono sopravvissute, Cvety zapodalye è una rara eccezione. Negli archivi del Gosfilmofond sono presenti due copie positive del film che presentano imbibizioni diverse, a volte anche radicalmente diverse. Va però detto che la scena migliore del film – Marusja che cammina nella strada buia – è rimasta in bianco e nero.

Alisa Nasrtdinova

Copia proveniente da

Il restauro è stato realizzato dalla Fondazione Cineteca di Bologna a partire da un positivo nitrato conservato dal Gosfilmofond. L’elemento scena è stato scansionato alla risoluzione di 4K e restaurato digitalmente in 2K. Il restauro è stato effettuato presso il Laboratorio L’Immagine Ritrovata nel 2016