CONVERSATION AVEC ROMY SCHNEIDER
Scen.: Jean-Baptiste Thoret. F.: Laurent Brunet. Mus.: Jean-Baptiste Thoret. M.: Paul Gauthier, David Parra Braceli. Prod.: Aqua Alta, Les Films du Camélia, Ciné +. DCP. D.: 97’. Col.
Scheda Film
12 dicembre 1976. Fiocchi di neve volteggiano sopra la cattedrale di Colonia. Pochi passi più in là, in un piccolo ufficio che ricorda la cabina di una nave, Romy Schneider si confida a una donna: Alice Schwarzer, la femminista tedesca più combattiva di quegli anni, fondatrice della rivista “Emma”. Lontana dai set e non più disponibile a concedere interviste, l’attrice trentottenne è all’apice della fama. Vuole che la giornalista le faccia da portavoce per ciò che non è mai riuscita a dire. “Voglio che il tuo articolo stupisca tutti”, ripete in francese. Ripercorrendo la propria vita, trascorsa facendo la spola tra Francia e Germania, l’attrice si abbandona a confessioni talvolta dolorose. Chiede a più riprese di interrompere la registrazione, soprattutto quando ricorda Magda, sua madre, attrice adulata sotto il Terzo Reich da lei sospettata di avere avuto una relazione con Hitler. Allude anche al patrigno, che ha abusato di lei.
Quarant’anni dopo, Alice Schwarzer affida a Patrick Jeudy gli estratti della registrazione sonora della sua conversazione con Romy Schneider e rievoca davanti alla macchina da presa quella notte straordinaria.
Spaziando dalla piccola Sissi all’icona degli anni Settanta, questo ritratto senza tabù svela l’intimità di una donna piena di contraddizioni che ci appare qui coraggiosa e impaurita, ribelle e conformista, geniale e tormentata dai dubbi. Ricco di rare immagini d’archivio, come il film privato di Eva Braun nel quale la madre di Romy appare tutta sorridente accanto al Führer, questo prezioso documentario getta nuova luce sul complesso rapporto dell’attrice con i suoi due paesi. Se la Germania risveglia i traumi dell’infanzia, la Francia resta il luogo di un primo amore tormentato, quello con Alain Delon. Dirà: “Adesso sono francese. Tutto ciò che è tedesco mi fa male”. Durante l’intervista, però, nei momenti di collera è il tedesco a prendere il sopravvento sulla lingua del cuore.
Gian Luca Farinelli