CONFESSIONE

Flavio Calzavara

Sog.: Sebastiano A. Luciani, Pio Vanzi; Scen.: Pier Luigi Melani, Marcello Pagliero; F.: Gábor Pogány; Op.: Enzo Serafin; Mo.: Giacinto Solito; Ass. R.: Primo Zeglio; Scgf.: Italo Cremona; Mu.: Edgardo Carducci; Dir. Prod.: Aldo Vergano; Int.: Paola Barbara (Luisa Tolnay), Friedrich Benfer (Mario), Aldo Silvani (ispettore Miller), Vanna Martines (Grazia Hörn), Nico Pepe (vice commisario Fernez), Guglielmo Sinaz (Mayer), Giovanna Scotto (la cartomante), Renato Malavasi (il segretario), Stefania Fossi (mamma Hörn), Giovanni Petti (papà Hörn), Ciro Berardi (Tizio), Gildo Bocci, Claudia Marti; Prod.: Carlo Infascelli per S.C.I.A. 35mm L.: 2249 m. D.: 82’. Bn.

 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Flavio Calzavara non ha lasciato molte tracce nella storia del cinema italiano. E, a quanto pare, nemmeno Confessione. La Cinémathèque Royale de Belgique ne possiede un negativo nitrato sonoro. Purtroppo si tratta di quello destinato alla stampa delle copie della versione francese, e alcuni passaggi della versione originale (titoli di testa, titolo “fine” e alcuni inserti) sono stati sostituiti con materiale girato muto in Francia. Il suono originale non è stato ancora ritrovato. Dato l’interesse del film si è comunque deciso di stamparne una copia. Si tratta di un melodramma poliziesco il cui difetto principale è quello di basarsi su un enigma irrilevante. A nostro parere sembra essere il risultato di un curioso insieme di influenze. Il noir americano: la scena iniziale, l’attenzione posta sulla dimensione privata del poliziotto. Il realismo francese: l’eroina avrebbe potuto essere interpretata senza problemi da Viviane Romance. E oltre a tutto ciò, l’atmosfera che si delinea preannuncia quella dei film del tardo neorealismo. Dunque un insieme decisamente gustoso, che segna anche l’esordio di Gábor Pogány come direttore della fotografia e che si avvale delle eccezionali scenografie di Italo Cremona.

Jean Marie Buchet

 

Copia proveniente da

Restaurato nel 2005 a partire da un negativo combinato