CONFERENCE – NOTES ON FILM 05
Sog.: Norbert Pfaffenbichler. Mus.: Bernhard Lang. 35mm. D.: 8’. Bn e Col
Scheda Film
Adolf Hitler: il personaggio del ventesimo secolo più frequentemente immortalato sul grande e sul piccolo schermo è per molti grandi attori un ruolo ambitissimo e per altri, come Bobby Watson e Fritz Diez, un ruolo secondario indimenticabile. È una sorte appropriata per lo statista che fece stampare francobolli che lo raffiguravano in varie pose mentre arringava le masse e che ricordavano le locandine con i volti dei divi dello spettacolo. In Conference. Notes on Film 05 appaiono sessantacinque attori che hanno interpretato Hitler, ma l’originale non si vede mai. Si ha tuttavia l’impressione che un po’ di lui sia presente in ciascuno: in fondo bastano un paio di baffetti e l’inconfondibile taglio di capelli. Ma è proprio così? Tutti gli Hitler del film sono successivi agli anni Quaranta, e Norbert Pfaffenbichler li ha filmati in Super 8 e in bianco e nero da un monitor per renderli ancora più simili tra loro e all’originale. Sessantacinque Hitler: il personaggio sembra provenire dallo spazio profondo, dal buio, da Erewhon, dall’esterno dell’inquadratura. Come se attraverso i gesti, le abitudini, le ripetizioni, le varianti e le variazioni andasse costruendosi nei decenni una narrazione, un saggio, uno studio sulle costanti di Hitler. Da un lato l’effetto, nel passaggio da un Hitler a un altro, è assolutamente grottesco e straniante: per esempio, l’Hitler-mosaico si trasforma improvvisamente in una folla di Hitler impegnati in una torrenziale discussione e subito dopo si ha l’impressione di aver guardato un film visto da (un ennesimo) Hitler! Dall’altro lato, la musica di Bernhard Lang, con le sue pulsazioni, i suoi sibili elettronici e i fraseggi ridotti a loop di inceppamenti e balbettii, ricorda tutte le cose fatte in nome di quel volto. Qual è l’effetto sul pubblico? “Basta! Basta!” si sente dire nel preludio, con i titoli di coda che scorrono all’inizio del film. Olaf Möller