COBRA

Joseph Henaberry

R.: Joseph Henaberry. S.. dalla omonima commedia di Martin Brown. Sc.. Anthony Coldway. F.: J.D. Jennings, Harry Fischbeck. In.: Rudolph Valentino (Conte Rodrigo Torriani), Nita Naldi (Elize van Zile), Casson Ferguson (Jack Dorning), Gertrude Olmstead (Mary Drake), Hector V. Sarno (Victor Minardi), Claire De Lorez (Rosa Minardi), Eileen Percy (Sophie Binner), Lillian Langdon (Mrs. Porter), Rosa Rosanova (Marie), Henry Barrows. P.: Ritz-Carlton Pictures. D.: Paramount. L.: 1900 metri D.: 90’ a 20 f/s

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

“Valentino è un italiano, di vaghe ascendenze nobili, come non gli succedeva più dai tempi di comprimariato in A married virgin. Il film ha un’ambientazione contemporanea, il tono che domina è quello dell’eleganza cosmopolita, dove ogni dettaglio ottiene il suo risalto: giacche bianche, cravatte, orologi da polso. Motore narrativo e questione morale, per così dire, sono le donne, e il film arriva a tratti a raggiungere una sua remota ironia autobiografica. Le donne dominano la vita del Conte Torriani, lo attraggono irresistibilmente, ne manipolano la volontà, lo condannano alla frenetica tristezza del seduttore, infine alla solitudine: ‘Women! Always women! If only I could get away from that all…’, e come il vero Valentino anche il conte Torriani, in cerca d’una nuova vita, salpa dall’Europa verso l’America, scorge da lontano la Statua della Libertà e poi, appena sulle avenues, non può non concentrarsi sul passaggio di gambe femminili (gambe come quelle che il giovane Guglielmi accompagnò per qualche tempo sulle piste dei tango palace newyorkesi). Il personaggio ha una dandystica malinconia, attraversa una complessa galleria di visi, cappelli, abiti femminili che lo incorniciano, quasi a creare un raffinato setting di commedia al quale, tuttavia, l’umore valentiniano resta estraneo. […] È come se questo Valentino riflessivo e in sottrazione, quest’uomo che amava le donne senza allegria diventasse un corpo divistico opaco, risucchiato negli ambienti molto ampi, di lusso spoglio e quasi astratto, ideati da William Cameron Menzies”.

Paola Cristalli, Rodolfo Valentino: lo schermo della passione, Ancona, Transeuropa, 1996

 

Copia proveniente da

La copia è stata tratta da una copia nitrato originale dalla Paramount nel 1969