CITIZEN JANE, L’AMÉRIQUE SELON FONDA
Prod.: Agat Films et Cie, Arte France. DCP.
Scheda Film
Una serie di immagini a prima vista incompatibile con una sola esistenza scorre sul volto e il corpo di Jane: l’arrivo della graziosa figlia di Henry Fonda sugli schermi americani alla fine degli anni Cinquanta lascia spazio alla bomba sexy di Barbarella, presto sostituita dall’attivista di sinistra che, capelli corti e senza reggiseno, svela a tutto il mondo la propria natura di agitatrice e di militante politica. Qualche anno dopo, passati i quarant’anni, si dedica a un nuovo culto: il fitness. L’immagine di Jane Fonda in body sostituisce nell’inconscio collettivo quella dell’‘Hanoi Jane’ seduta accanto a una mitragliatrice antiaerea vietnamita e dell’attrice due volte premio Oscar. La sua lunga assenza dagli schermi (1990-2005) fissa per i posteri l’immagine di una donna dinamica e attiva che ha trasformato la guerra contro l’età che avanza in una routine di esercizi. Il suo ritorno sul piccolo e il grande schermo, nel 2005, segna un altro cambiamento: a settanta e poi ottant’anni Jane Fonda abbraccia decisamente la propria immagine di donna matura. Potremmo finirla qui, sorpresi da queste metamorfosi e sensibili solo alle contraddizioni superficiali. Ma significherebbe perdere di vista una logica e un’integrità che permeano la vita e la carriera di Jane Fonda. E soprattutto non capire come sia stata in sintonia con gli Stati Uniti, la loro storia, le loro ambizioni e le loro ambiguità. Perché questo è il lato più interessante di Jane Fonda: la sua capacità d’incarnare l’America, di abbracciarne o rigettarne la mitologia, di coglierne i tanti volti, di essere una delle sue icone tra le più emblematiche, svelandone le forze ma anche le debolezze. Per Jane Fonda l’equilibrio è una ricerca costante tra battaglie personali e collettive, tra autoaffermazione e progresso per tutti, tra pragmatismo e idealismo. Un fenomeno tipicamente americano.