[Cipria]
35mm. L.: 18 M. D.: 1′ A 16 F/S. Bn
Scheda Film
Per concludere ancora questa frase: il cinema e le comiche resero (già) visibile quello che (ancora) non era pensabile. Mes Filles portemi la jupe-culotte! (Francia, 1911) mostra l’utopia di un’emancipazione reciproca dei ruoli tra i sessi: “Se QUELLE si mettono i NOSTRI pantaloni, allora NOI ci mettiamo le LORO gonne!” Ancora oggi: utopico. Si tratta, in questa allegra lotta tra i sessi, di una giocosa appropriazione di nuove possibilità, si fuma, si festeggia, si balla e ci si prende anche un po’ a botte, giusto così per divertirsi, e il film diverte. (Ci sono film dove ci si picchia solamente, e anche questo diverte!)
Al contrario, in Pickpocket (USA, 1913) con John Bunny (grasso) e Flora Finch (magra) – tra il 1910-1915 Finch e Bunny erano una coppia comica molto popolare che ha girato circa 160 film per la Vitagraph – si trattava di impedire i cambiamenti: con la violenza e il ricatto la moglie viene costretta a uscire fuori dal movimento delle suffragette così che il marito possa tornare a mangiare, servito da lei, in modo di nuovo puntuale. Questa commedia segue un copione corrente fatto di punizione e ritorno-ai-fornelli e Flora incarna il clichè della brutta suffragetta. Alle donne la strada verso l’indipendenza non veniva impedita soltanto in maniera concreta, ma anche attraverso spauracchi visivi, quindi con la minaccia “non sarai più donna, non verrai più amata”.
Nel suo libro sul cinema tedesco degli esordi, Heide Schlupmann parla di una tacita complicità tra cinema ed emancipazione femminile. Questa solidarietà è onnipresente nei film comici dei primi anni Dieci. Si esprime nella molteplicità delle figure femminili, nella molteplicità delle loro relazioni e attraverso soluzioni e percorsi imprevedibili. Così, come happy end, può capitare che la domestica e la padrona si incamminino unite verso una nuova vita e che respingano una proposta d’amore degli uomini piuttosto ambigua (A Lady and Her Maid, Usa 1913). Bellezza e amore, che ruolo giocano nell’immaginario dominante, abitualmente finalizzato al discredito delle donne e quindi posto a tutela del dominio maschile?
Mariann Lewinsky