CHUJI TABI NIKKI

Ito Daisuke

R., S., Sc: Ito Daisuke. F.: Watarai Rokuzo, Karasawa Hiromitsu.
Frammento della seconda parte Shinshu kessho hen (Bloody Laughter in Shinshu): In.: Okochi Denjiro (Kunisada Chuji), Nakamura Hideo (il ragazzo Kantaro), Nakamura Kichiji (ricco mercante), Sakamoto Seinosuke (Bunzo).
Frammento della terza parte Goyo hen (In the Name of the Law): Okochi Denjiro (Kunisada Chuji), Isokawa Motoharu (ricco produttore di Saké), Sawa Ranko (Okume, sua figlia), Murakami Eiji (Ginjiro, suo figlio), Akitsuki Nobuko (Shinobu, la geisha), Onoe Kajo (Otozo, un Yakuza), Nakamura Koka (Gantetsu), Ichikawa Momonosuke (Jukichi), Fushimi Naoe (Oshina, la concubina di Chuji).
35mm. L.: 1934m. D.: 94’ a 18 f/s. col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

“I film di soggetto storico (jidaigeki), infatti, non trattano del passato, ma del presente e all’epoca avevano un profilo politico più netto che non i film di soggetto contemporaneo (gendaigeki). Nel sistema repressivo giapponese – secoli di dittatura militare, cui era seguito dopo una piccola tregua, un fascismo bellicista – al travestimento storico o geografico si era soliti ricorrere per camuffare le opinioni politiche, e produttori e pubblico s’intendevano senza difficoltà sul piano della trasposizione fantastica di opere storiche sia in campo teatrale sia in campo cinematografico. (Il punto debole di fondo della censura è che non capisce nulla del processo inventivo e fantastico e della sua proteiforme natura). Quando nel 1927 in Chuji tabi nikki (un serial in tre episodi) il nobile eroe popolare Chuji viene perseguitato dal potere statale lungo tutto il film e infine, tradito e mortalmente malato, viene catturato, il pubblico giapponese non assisteva soltanto a un appassionante film di genere, ma lo leggeva anche direttamente come un affresco politico dell’epoca. Le ‘leggi per il mantenimento dell’ordine’ promulgate come un espediente per criminalizzare la sinistra, cominciavano a produrre i loro effetti; seguirono un’ondata di arresti, la messa al bando del partito comunista, processi e assassinii politici e infine il colpo di Stato dei militari in Manciuria. Di questo trattavano i pessimistici jidaigeki di quegli anni realizzati da Ito Daisuke, Makino Masahiro e Yamanaka Sadao, al pari delle opere satiriche di Itami Mansaku […]
Della trilogia sono state ritrovate una scena del secondo episodio e la metà della parte finale. Certo l’impianto di fondo del trittico, che nelle critiche dei contemporanei è descritto come una successione di atmosfere dominanti, dalla ‘freschezza’ della parte iniziale, all’intenso ‘sentimento’ del secondo episodio, al ‘cupo nichilismo’ della parte finale, è andato perduto; tuttavia quanto è rimasto contiene, a livello di microcosmo, una analoga modulazione di atmosfere e quindi l’intero decadimento di Chuji che da superiore eroe invulnerabile (si pensi alla scena tendente al comico con il boss Yakuza locale) si trasforma in corpo paralizzato e privo della parola adagiato su una barella. Perduta è la rete complessiva di corrispondenze contenutistiche e grafiche, ma quanto si è conservato (il motivo del cerchio nei giganteschi tini per la distillazione e nel girotondo dei bambini) mostra la capacità ideativa e creativa del regista a questo riguardo; perduta è la maggior parte dei passaggi formalmente stravaganti – i critici ricordano sequenze a montaggio accelerato e altre con la cinepresa ‘scatenata’ tanto che a Ito Daisuke fu affibbiato il nomignolo di ‘Ido Daisuki’ ovvero ‘grande amante del movimento di macchina’ –, ma nel materiale che ci è rimasto troviamo spezzoni di cinema perfetto”.
(Mariann Lewinsky, On the Fragment of Chuji Tabi Nikki, Cinegrafie, 12, 1999)

Copia proveniente da

Copia stabilita nel 1992 a partire dal materiale nitrato positivo