China Gate

Sam Fuller

T. It.: La Porta Della Cina; Scen.: Samuel Fuller; F.: Joseph Biroc; Mo.: Gene Fowler Jr., Dean Harrison; Scgf.: John B. Mansbridge; Mu.: Max Steiner, Victor Young; Int.: Gene Barry (Brock), Angie Dickinson (Lucky Legs), Nat ‘King’ Cole (Goldie), Paul Dubov (Caumont), Lee Van Cleef (Cham), George Givot (Pigalle), Gerald Milton (Andreades), Neyle Mor- Row (Leung), Marcel Dalio (Padre Paul), Maurice Marsac (De Sars), Paul Busch (Kruger), James Hong (Charlie), Weaver Levy (Khuan); Prod.: Samuel Fuller Per Globe Enterprises; Pri. Pro.: 22 Maggio 1957; 35mm. D.: 97′. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

È “(…) un film d’avventura ambientato nel Vietnam del 1954, “il fronte più caldo del mondo”, dove infuriava la guerra tra i coloni francesi e i russi da una parte, e i rivoluzionari Viet-Minh appoggiati dai cinesi dall’altra. (…) China Gate inizia con filmati di attualità e una voce narrante che introducono il contesto della guerra di Indocina, e con tratti veloci e decisi, tipici di Fuller, si sposta dalla prospettiva storica e dalle folle di volti anonimi all’immediato e al personale – un ragazzo da solo con il suo cane. In una città bombardata che sembra non avere più un solo interno rimasto intatto, la cinepresa di Fuller crea delle maestose riprese eseguite da una gru che seguono il ritorno del ragazzo al bar scoperchiato gestito da sua madre, Lucky Legs – il personaggio di Angie Dickinson. Come nei suoi precedenti film “militari”, Fuller alterna rumorose scene d’azione e tranquille – ma spesso emotivamente violente – pause di conversazioni tra i suoi personaggi, diversi e sempre supponenti. (…) Tra tutti i film di Fuller sulla politica della Guerra Fredda, China Gate è l’unico in cui il regista prende chiaramente posizione, appoggiando tacitamente la lotta dei suoi legionari “per tutto il mondo occidentale”. Ma non manca una prospettiva ironica sulle glorie del “mondo occidentale”, infatti uno dei suoi rappresentanti, Brock, è un razzista incallito e brutale, fisicamente disgustato dal pensiero del suo bambino dai tratti asiatici”.

Lee Server, Samuel Fuller: Film is a Battleground, McFarland & Company, Jefferson-North Carolina, 1994

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