Champagne

Alfred Hitchcock

T.it.: Tabarin di lusso. Sog.: dal romanzo omonimo di Walter C. Mycroft. Scen.:Eliot  Stannard, Alfred   Hitchcock. F.: John E. Cox. Scgf.: C. Wilfred Arnold. Int.: Betty Balfour (Betty), Jean Bardin (il  ragazzo), Ferdinand von Alten (l’uomo’), Gordon Harker (il padre  di Betty). Prod.: John Maxwell per British International Pictures. 35mm. L.:2424 m. D.:106’ a 20 f/s. Bn. 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

 Champagne è una commedia romantica in cui un milionario finge di fallire per dare una lezione alla frivola figlia (interpretata dalla frizzante Betty Balfour). Hitchcock voleva fare un film su una ragazza povera che lavorava in una fabbrica di champagne a Reims e vedeva le bottiglie partire alla volta di Parigi per essere consumate da ricchi gaudenti. Giunta finalmente nella  capitale, la ragazza accettava di lavorare come entraîneuse per potersi mescolare ai ricchi clienti, ma in fin dei conti sceglieva di non mettere a repentaglio la propria virtù e se ne tornava a casa più matura e più saggia. Andò a finire che Walter Mycroft riscrisse la sceneggiatura invertendo la traiettoria della protagonista: Balfour è una giovane ‘moderna’ e irresponsabile che fa infuriare il ricco papà conducendo una vita frivola e frequentando un giovanotto sospettato dal padre di essere un cacciatore di dote. Quale che fosse il suo giudizio sulla trama, come sempre Hitchcock introdusse piacevoli tocchi sperimentali, tra cui una effervescente sequenza iniziale girata attraverso un bicchiere di champagne e alcune divertenti soggettive che dovevano trasmettere gli effetti del mal di mare sul fidanzato della protagonista. Distintamente hitchcockiane sono le scene tra Betty e ‘l’uomo’, un sinistro ‘cosmopolita’ che spunta con inquietante regolarità e suscita la diffidenza della ragazza, tanto che lei lo immagina perfino capace di un’aggressione sessuale nel cabaret in cui cerca lavoro e dove scopre rapidamente il lato più sordido della mondanità un tempo tanto amata. Stranamente la scena passò la censura, forse proprio perché si rivelava una fantasia, e Hitchcock continuò ad assecondare il proprio interesse per la violenza sessuale, spingendosi al limiti di ciò che era ritenuto accettabile mostrare.

Per il restauro di Champagne si disponeva di un negativo originale, che però si è rivelato un’arma a doppio taglio. Presentava alcune goffe giustapposizioni ed errori di inquadratura, mentre alcune scene mostravano una recitazione scadente. A un più attento esame, su una coda della pellicola si è scoperta un’istruzione scarabocchiata, “2nd neg” (“secondo negativo”), a indicare che si trattava di un negativo che riuniva scene di riserva, da usare in caso di danneggiamento dell’originale o per produrre altre copie per l’esportazione. Dato che questo negativo è il solo elemento originale a essersi conservato, è probabile che non sapremo mai esattamente com’era il film proiettato nelle sale all’epoca. Prima di sottoporre il film ai processi di grading e di restauro digitale sono stati risolti piccoli errori di continuità e sono state gestite alcune dissolvenze lasciate ‘incompiute’ nel negativo. Come nella maggior parte dei restauri dei film di Hitchcock, le didascalie sono state interamente rifatte ricostruendo il set di caratteri e le illustrazioni originali. Il risultato può essere leggermente compromesso a causa del materiale su cui è basato il restauro, ma è una copia molto bella che rende giustizia alle sfavillanti mise di Betty Balfour.

Bryony Dixon

 

 

Copia proveniente da

Restaurato da BFI National Archive in associazione con Studiocanal. Restauro finanziato da The Eric Anker-Petersen Charity con Deluxe 142.