Catene

Raffaello Matarazzo

Sog.: Libero Bovio, Gaspare Di Majo; Scen.: Aldo De Benedetti, Nicola Manzari; F.: Mario Montuori; Mo.: Mario Serandrei; Scgf.: Ottavio Scotti, Gino Brosio; Mu.: Gino Campe- Se (Musica Originale), Canzoni Interpretate Da Antonio Basurto, Roberto Murolo, Franco Ricci; Su.: Giulio Panni; Int.: Amedeo Nazzari (Guglielmo), Yvonne Sanson (Rosa), Aldo Nico- Demi (Emilio), Teresa Franchini (Madre Di Guglielmo), Gianfranco Magalotti (Tonino), Rosalia Randazzo (Angela), Roberto Murolo (Il Cantante), Aldo Silvani (Avvocato Difensore), Nino Marchesini (Avvocato Dell’accusa), Amelia Pellegrini, Giulio Tommassini; Prod.: Giuseppe Bordogni Per Labor Film E Titanus; Pri. Pro.: 29 Ottobre 1949; 35mm. D.: 85′. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

“Dopo aver abbordato diversi generi (commedia, poliziesco, dramma storico, etc.) dal 1933, Matarazzo, all’inizio degli anni Cinquanta, esita sulla piega che deve prendere la sua carriera. Pensa di realizzare un melodramma, ma come sempre pieno di dubbi su se stesso, non sa se deve addentrarsi in questa stra­da. Il suo entourage, i suoi amici, e in particolare Monicelli e Freda (…) lo approvano totalmente nella scelta. Forte del loro appoggio, Matarazzo si lancia a corpo morto in quest’avventu­ra. Esplorando un genere interamente nuovo per lui, con Cate­ne (titolo che arrivò largamente in testa agli incassi italiani dell’anno 1949-50) riscuote un successo immenso quanto inatte­so che originerà una lunga serie di film stagliati su quasi tutto il decennio. (…) Nell’universo in cui si svolgono i melodrammi di Matarazzo, il culto religioso e familiare è tutto. Questo universo non esiste se non tramite la relazione che ognuno intrattiene con Dio e la sua famiglia. Quando questa relazione sta per essere distrutta, l’intera energia dei personaggi e del film si met­te in movimento per rinsaldarla, anche a costo di manipolare segretamente – e talvolta anche apertamente – le convenzioni sociali, l’opinione pubblica, la giustizia, etc., come mostrano bene le ultime sequenze di Catene dove soltanto la menzogna pubblica dell’eroina permette di restaurare l’unità familiare… Catene contiene già tutte le basi della serie dei sei film succes­sivi (…): la coppia perfetta Nazzari-Sanson; l’abilità della progressione drammatica o il crescere delle disgrazie dei perso­naggi procede di pari passo con un’intensificazione lirica della messa in scena; la semplicità rigorosa dei dialoghi e l’essenzia­lità e la purezza quasi diafana della fotografia.

Jacques Lourcelles, Dictionnaire du cinéma, Laffont, Paris, 1992

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