CALIFORNIA SPLIT

Robert Altman

Sog., Scen.: Joseph Walsh. F.: Paul Lohmann. M.: O. Nicholas Brown, Lou Lombardo. Scgf.: Leon Ericksen. Int.: George Segal (Bill Denny), Elliott Gould (Charlie Waters), Ann Prentiss (Barbara Miller), Gwen Welles (Susan Peters), Edward Walsh (Lew), Joseph Walsh (Sparkie), Bert Remsen (Helen Brown), Barbara London (signora sul bus), Barbara Ruick (cameriera a Reno), Jay Fletcher (rapinatore), Jeff Goldblum (Lloyd Harris). Prod.: Robert Altman, Joseph Walsh per Won World Productions, Inc. DCP. D.: 108’.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Quando fa del cinema Altman, di qualunque cosa parli, parla sempre anche di cinema. […] Egli non scava nella direzione indicata dal cinema americano classico, magari per ribaltarne i termini etici, la tradizione da esso consegnataci falsa, sì, ma chiara e compatta. Al contrario, Altman smonta l’obsoleto giocattolo rimontandone i pezzi secondo il suo estro e dando così vita a personaggi, situazioni, idee, forme, figure di assoluta novità proprio perché esemplari della radicale rottura operata dal regista nei confronti dei referenti hollywoodiani tipici da cui le componenti del suo cinema prendono l’abbrivio. Tuttavia, questa operazione […] si muove secondo un’organizzazione e un disegno precisi. Il suo film in cui questo disegno e questa organizzazione si rivelano in modo più diretto e indiscutibile è probabilmente uno dei suoi (meno ricordati) capolavori, California Split. […] Il film polverizza ogni precedente concezione hollywoodiana di cinema. Una trama inesistente si allarga a macchia d’olio nel prosieguo dell’azione. Ma attenzione: guai a prendere i nostri due protagonisti per dei perdigiorno che gettano via la loro vita inseguendo un sogno di vittoria al tavolo da gioco. Essi non sono cinematograficamente parenti dei biscazzieri di Runyon/Mankiewicz e nemmeno degli ‘spacconi’ newmaniani e meno che mai degli improbabili giocatori dostoevskijani col volto di Gregory Peck di non molto tempo prima. Tutti costoro potevano vantare in qualche modo un’aura di gloria strettamente connessa con la grande tradizione retorica dello schermo hollywoodiano classico. Loro invece no. Loro si muovono anonimamente su quello stesso schermo: non tanto perché sono effettivamente anonimi, quanto perché il loro percorso è assolutamente aleatorio e perché il gioco come filosofia di vita qui non assurge alle altezze della dannazione o del trionfo. Non c’è grandezza nella loro vicenda, ma soltanto il disegno di un sistema binario, i cui termini sono indifferentemente vittoria e sconfitta, come dimostra meravigliosamente il finale della pellicola. […] Le grandi componenti del cinema americano del passato ci sono tutte o quasi, eppure che film diverso dagli altri!

Franco La Polla, Stili americani, Bononia University Press, Bologna 2003

Copia proveniente da

per concessione di Park Circus. Restaurato nel 2020 da Sony Pictures Entertainment presso Cineric e Roundabout Entertainment