CAJUS JULIUS CAESAR

Enrico Guazzoni

Sc.: Raffaele Giovagnoli, dalla tragedia di Shakespeare, dalle “Vite” di Plutarco e dai “Commentari” di Cesare. F.: Antonio Cufaro, Alessandra Bona. In.: Amleto Novelli, Gianna Terribili Gonzales, Irene Mattalia, Augusto Mastripietri, Ignazio Lupi, Orlando Ricci, Antonio Nazzari, Lia Orlandini, Bruto Castellani, Ruffo Geri. P.: Cines. 35 mm.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Presentiamo, in una copia che finalmente ci restituisce le raffinate qualità fotografiche a cromatiche del nitrato originale, una delle opere più rilevanti del cinema muto italiano; Guazzoni sperimenta qui le possibilità prospettiche e spaziali della Settima Arte, con un’attenzione ossessiva della composizione e dei particolari scenici, senza quasi ricorrere al montaggio; sarà una scelta perdente nella storia del cinema ma che conserva ancora oggi un grande fascino figurativo. Purtroppo nella copia olandese sono andati perduti i titoli di testa originali che riportavano significativamente “CAJUS JULIUS CAESAR – messa in scena dal pittore Enrico Guazzoni”.
Pubblichiamo di seguito un passo di Guazzoni tratto da “Mi confesserò”, pubblicato su “In penombra” (n.2, 1918), già ripreso da G.P.Brunetta nella sua storia del cinema muto italiano:
“E’ da Shakespeare che trassi la convinzione che una grande polifonia potesse sostituirsi al monotono, all’assolo…e, sempre attenendomi ai canoni dei maggiori drammi shakespeariani, ho mirato soprattutto a far sì che il protagonista vero fosse la folla, la grande folla variopinta che alberga sentimenti diversi, passioni più disparate, fede e fanatismo.. .Ma bisognava dare un’estetica a questa folla, un’estetica cinematografica. Il cinema… può sfruttare su larga scala il movimento delle masse, necessariamente troppo angusto nelle limitazioni sceniche.. Ho sempre voluto che ogni figura vivesse liberamente nell’ambito del suo gioco scenico, persuaso che la ricerca del ritmo e dell’armonia collettive sarebbe stata soddisfatta dalla libertà lasciata ad ogni individuo di agire e gestire come volesse”.

Copia proveniente da