BRIS TVÅL

Ingmar Bergman


T. it.: Il sapone Bris; Cast: John Botvid, Erna Groth. D.: 1’ 10’’

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Nel 1951, Bergman ha 33 anni e una carriera già lunga alle spalle. Dopo la guerra, l’industria cinematografica svedese conosce una situazione difficile. Per protestare contro l’eccesso di imposte che grava sul box office, questa industria, alla fine dell’anno, entra in sciopero. Per nove mesi, la produzione si ferma del tutto. Molto rapidamente, tecnici, attori e registi si ritrovano disoccupati. Bergman è tra questi. […] Egli ricorda così quel periodo: «Avevo tre famiglie da mantenere, sei bambini, non avevo un soldo, ero perseguitato dalle associazioni per la protezione dell’infanzia. Fui contentissimo, quindi, quando mi chiesero di realizzare nove pubblicità per il sapone Bris». […] In questi cortometraggi, regna un’atmosfera di gioco d’infanzia, il piacere di mettere in scena una marionetta senza fili, re, cortigiani e fanciulle col sorriso da dentifricio. La pubblicità come detergente che dissolve le angosce e le paure (invisibili quanto i batteri)? Si sente nell’aria il gusto per il divertissement che Bergman ha cercato di mettere in scena. Per questo egli non scelse nessuno degli attori che avevano lavorato per lui negli anni Quaranta. I volti che avevano interpretato le sue ossessioni non si prestavano al gioco. Per Bris, egli fece appello a un gruppo di attori sconosciuti, tra cui Bibi Andersson, che aveva quindici anni e fece così il suo debutto sullo schermo. Nella pubblicità, Bergman trovò uno spazio di libertà che il cinema ufficiale non gli accordava. Via la maschera del regista esistenziale: Bergman ritrova il bambino che, anni prima, scopriva il cinema in una camera.

Francesco Bono, in N.T. Binh, Ingmar Bergman. Le magicien du Nord, Paris, Gallimard, 1993