BLACKMAIL

Alfred Hitchcock

Sog.: Da Un Lavoro Teatrale Di Charles Bennett; Scen.: Alfred Hltchcock, Charles Bennett, Ben W. Levy, Garnett Weston; F.: Jack E. Cox; Mo.: Emile De Ruelle; Scgf.: Wilfred C. Arnold, Norman Arnold; Mu.: Hubert Bath, Harry Stafford; Int.: Anny Ondra (Alice White), John Longden (Frank Webber, Il Detective), Donald Calthrop (Tracy), Sara Allgood (Sig.Ra White), Charles Paton (Sig. White), Cyril Ritchard (Il Pittore), Harvey Braban (Ispettore-Capo), Hannash Jones (La Portiera), Phyllis Monkman (La Donna A Ore), Johnny Butt (Sergente), Percy Parsons (Truffatore); Prod.: John Maxwell Per British International Pictures; Pri. Pro.: Londra, 25 Novembre 1929 35mm. L.: 2056 M. D.: 75′ A 24 F/S. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Blackmail di Hitchcock è uno dei migliori, se non il migliore film inglese della fine degli anni ’20. Realizzato nel 1929, durante l’epoca di transizione al sonoro, il film fu commissionato muto, ma con una parte sonora contenente musiche e alcuni dialoghi.
Margaret Kennedy, nel suo articolo The Mechanical Muse, parla diquesta innovazione così difficile da gestire per i cineasti: “La scienza offriva un bambino prodigio, una specie di Mida o piccolo Ercole, a chiunque fosse in grado di improvvisare una culla abbastanza grande da contenerlo. Ma nessuna delle Arti voleva prendersi questa responsabilità. La gente di spettacolo, i produttori di divertimento, erano pronti ad accettarne la paternità e a pagarne le spese di mantenimento, ma non erano in grado di allevarlo. Né potevano fornire qualcosa che già non esistesse. Ed esisteva soltanto lo strumento. Nessuno sapeva come curarlo, nutrirlo e allevarlo… L’uomo delle caverne, il pastore, il contadino – ognuno aveva una propria idea, per quanto approssimativa e primitiva, di come dovesse essere un dipinto, una musica o un’opera teatrale per essere considerata soddisfacente. Lo stesso non si poteva dire dei primi produttori di film sonori. Loro non avevano idea di cosa fare, mentre il pubblico non aveva idea di cosa voleva vedere e sentire. Artisti e spettatori erano ugualmente imbarazzati”.
Poi entra in scena il (piuttosto) giovane Alfred Hitchcock, che riesce a produrre nello stesso tempo un film muto realizzato con grande abilità e una sua versione sonora, affrontando i notevoli ostacoli tecnici dovuti all’aggiunta dei dialoghi con un approccio talmente fantasioso e intelligente che il film diviene famoso proprio per questo aspetto della sua creazione, a scapito del pieno apprezzamento della sua qualità. Molti non conoscono affatto la versione muta di questo film, nonostante sia superiore a quella sonora sotto diversi aspetti. Come diceva lo stesso Hitchcock, “il muto era la forma più pura di cinema” e infatti la versione muta del film contiene più inquadrature e movimenti di macchina e attraverso la fluidità del montaggio risolve la narrazione con più stile. Ogni scena conta e ogni inquadratura arricchisce l’atmosfera o fa procedere la storia. La vicenda in sé è apparentemente semplice: una ragazza vivace fidanzata con un agente di polizia viene condotta da un artista nel suo studio e lo pugnala a morte quando lui cerca di violentarla. Le conseguenze si sviluppano con crescente tensione, finché Hitchcock dà il via alla prima delle scene di inseguimento a effetto che diverranno un suo marchio di fabbrica.
Il restauro di Blackmail è stato uno dei meno emozionanti nella storia degli archivi di cinema. Nessun pericolo di incendio di nitrati, nessuna audacia archivistica. Il negativo originale del film pervenne originariamente al BFI nel 1959 grazie al cordiale rapporto tra la società di produzione ed Ernest Lindgren. La British International avrebbe potuto benissimo sbarazzarsi della versione muta del film quando le sale cinematografiche passarono al sonoro nel 1930, ma non lo fece. Il negativo venne duplicato subito dopo l’acquisizione da parte dell’archivio, che ne creò una copia per la conservazione e unpositivo, in modo da evitare la perdita o il deterioramento del materiale. Nel 1990 è stato realizzato un nuovo duplicato dal quale è stata tratta questa copia. Il film era in buono stato nel ’29 e nel ’59 e lo è altrettanto adesso. Non possiamo fare a meno di pensare che il super-efficiente Mister Hitchcock avrebbe approvato la cosa.

Bryony Dixon, BFI National Archive

Comporre per Hitch
Nonostante Hitchcock abbia lavorato, nel corso della sua carriera sonora, con numerosi compositori, credo che abbia senso parlare di una “colonna sonora per Hitchcock”. È una musica fortemente influenzata dalle tonalità di Bernard Herrmann e Miklós Rózsa, un compendio di motivi capaci di suscitare tensione ed emozione e che si librano romantici nelle scene d’amore, suggerendo tra le righe che forse non ci sarà un lieto fine. Questo era il mio bagaglio quando ho intrapreso la composizione dell’accompagnamento musicale per Blackmail, che mi ha divertito più di qualsiasi altro mio precedente lavoro.
Ciò è dovuto a molteplici fattori. Timothy Brock è il collaboratore che ho sempre sognato e una gran parte del successo di questo accompagnamento si deve alla sua straordinaria abilità musicale e al suo entusiasmo. Non avevo mai composto un accompagnamento per orchestra sinfonica e anche se l’impresa mi intimidiva, si trattava di un’opportunità appassionante. A mio parere la versione muta di Blackmail è il più bel film del cinema muto inglese, un’opera matura, adulta, un’esperienza più gratificante del suo equivalente sonoro – il che è comprensibile, visto che nel 1929 Hitchcock era un maestro della tecnica del cinema muto. Il sonoro lo rese un pioniere, quantunque estremamente dotato, nel nuovo medium dalle colonne sonore sibilanti e dagli accenti impeccabili. Blackmail è anche una grande opera d’arte in generale e questo costituisce l’aspetto più attraente e al tempo stesso spaventoso, del mio tentativo di dotarlo di un accompagnamento musicale.
Il film è completamente immerso nell’atmosfera di Londra, mia città natale, ed è pieno di atteggiamenti tipicamente britannici (più precisamente inglesi), alcuni dei quali particolarmente eccentrici, e di tutte le stranezze in mezzo alle quali sono cresciuto e che riconosco. Lo stesso Hitchcock rappresenta un insieme di atteggiamenti da buon cattolico nei confronti del peccato (colpa e castigo) e da buon londinese nei confronti del crimine (nascosta ammirazione per chi lo pratica con naturalezza e chiaro piacere per chi la fa franca con eleganza). E Blackmail, a quel punto della sua carriera, era un’affermazione definitiva del suo carattere. I requisiti musicali del film risultavano ovvi grazie alla magistrale orchestrazione dell’azione. Come Hitchcock, mi sono innamorato di Anny Ondra e ho cercato di rendere la musica complice della sua seduzione (è quel bel vestito che la mette nei guai e nella mia partitura, quando lo indossa, diventa una Cenerentola inconsapevole del fatto che il Principe Azzurro sta per violentarla). Ho cercato anche di trasmettere l’amore di Hitchcock per Londra e tutti i suoi abitanti, a eccezione dei poliziotti.
Per la prima volta in vita mia, mi sono trovato nella stessa situazione privilegiata dei miei compositori preferiti. Ho avuto la possibilità di lavorare con il miglior regista del settore a un classico accompagnamento orchestrale romantico, nella tradizione di un tempo, in cui le tonalità raramente intervengono in chiavi maggiori o minori pure, ma indugiano tra le due, rispecchiando le incerte scelte morali dei personaggi (sempre molto umane). Così come Blackmail si compiace nel descrivere le zone grigie del comportamento umano, l’accompagnamento musicale cerca di alludere allo stesso modo ai toni del grigio. La musica è stata composta attraverso un duro lavoro, ma con grande divertimento, grazie soprattutto all’attenzione, alla pazienza e all’energia del Maestro Brock, ma anche dei giganti sulle cui spalle mi sono appoggiato. Hitchcock, Herrmann, Rozsa e Waxman avevano già fatto tutto ed era tutta la vita che li ascoltavo.
Sono immensamente grato al festival per avermi dato questa magnifica opportunità per i miei cinquant’anni e, nello stesso tempo, di aver reso Blackmail il primo film muto inglese ad avere un nuovo accompagnamento per orchestra dai tempi dell’avvento del sonoro.

Neil Brand

Copia proveniente da

Partitura Originale Composta Da Neil Brand E Orchestrata Da Timothy Brock