Bisturi, La Mafia Bianca

Luigi Zampa

Sog., Scen.: Dino Maiuri, Massimo De Rita; F.: (Technicolor, 1,85:) Giuseppe Ruzzolini; Mo.: Franco Fraticelli; Scgf.: Flavio Mogherini; Co.: Emilio Baldelli; Op.: Elio Polacchi; Mu.: Riz Ortolani; A. regia: Tony Brandt, Sofia Scandurra; Int.: Enrico Maria Salerno (Dr. Giordani), Gabriele Ferzetti (Prof. Daniele Vallotti), Senta Berger (Suor Maria), Luciano Salce (Enrico), Claudio Gora (Calogeri), Tina Lattanzi (madre di Vallotti), Enzo Garinei (Dr. Botti), Antonella Steni (moglie di Enrico), Sandro Dori (Dr. Casati), Piera Degli Esposti (signora Marchetti), Ernesto Colli (un operaio), Ezio Sancrotti (Dr. Fabiani); Prod.: Roberto Loyola per R. Loyola Cinematografica; v.c. n. 62180 del 09.04.73, m. 2767; Pri. pro.: 25 agosto 1973
35mm. L.: 2810 m. D.: 102′. Col

 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

“Perché in Italia nella medicina e nella chirurgia non ci sono premi Nobel? Perché da noi i “baroni” operano dal mattino alla sera, anche quando non è necessario. Da dove mi viene questa certezza? Dalla casistica che ho raccolto per fare il film. Non ho fatto altro che ascoltare casi di persone che ti dicono: ‘Mi volevano operare ma sono riuscito a sventare il pericolo’.” (Luigi Zampa, “L’Europeo”).
Ferzetti è un barone della chirurgia che gestisce la sua clinica badando spietatamente al profitto. Dopo un paio di morti evitabili, il suo disincantato braccio destro, Salerno, decide di denunciarlo. Dopo Il medico della mutua con Sordi (1969), Zampa torna in ambiente ospedaliero, continua le ricerche sul campo e non fa più ridere. Nell’epoca di quel cinema di denuncia civile che ha contribuito
a impostare fin dagli anni Cinquanta, mostra di sapersi ancora indignare e assesta pugni nello stomaco. Almeno una sequenza
– quella delle operazioni a catena – è da antologia; e il risultato, più cupo del solito, è da rivalutare rispetto alle tiepide recensioni d’epoca. “Girato senza badare tanto per il sottile, ha comunque un’efficace progressione drammatica e una conclusione a sorpresa”, notava  comunque Kezich.

 

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