BEHIND THE DOOR

D.: Irvin Willat. S.: Gouverneur Morris. Sc.: Luther Reed, Ph J.O.Taylor In.: Hobart Bosworth, Jane Novak, James Gordon, J.P.Lockny, Otto Hoffmann, Wallace Beery. P.: Thos H.Ince. (un rullo mancante/one reel missing). 35mm.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

“(…) Hearts of the World è soltanto la punta di un iceberg costituito da decine di film di finzione in cui si fa un uso massiccio di film di attualità e documentari di propaganda. Essi costituiscono, direttamente o indirettamente, la principale risorsa visiva per la retorica sul nemico e sull’orgoglio nazionale sviluppata nei film americani di finzione di finzione di questo periodo. Un caso estremo è quello di un film di Thomas H. Ince del 1919, Behind the Door, ora conservato dalla Library of Congress di Washington, purtroppo in forma incompleta. Il soggetto del film consiste in un sorprendente concentrato di questioni etiche, politiche e sessuali riguardanti la tragedia della guerra. La storia è incentrata sul personaggio di Oscar Krug – interpretato da Hobart Bosworth – un vecchio marinaio che ritorna al suo villaggio nel Maine dopo una lunga assenza. In un flashback, egli ricorda la sua precedente esperienza di americano di mezza età che si trova a fronteggiare i sentimenti anti-tedeschi all’epoca in cui gli Stati Uniti entrano in guerra durante il primo conflitto mondiale. Egli si arruola nella marina come capitano per dar prova della sua fedeltà, poi si sposa in segreto con Alice Morse, che lo segue sulla sua imbarcazione dopo essere stata cacciata dal padre, contrario al matrimonio. Un sottomarino tedesco affonda la nave su cui si trovano, di cui Oscar e Alice sono i soli superstiti. Alcuni giorni dopo appare un sommergibile tedesco che trae in salvo Alice, ma abbandona Oscar, che promette di vendicarsi dopo essere stato soccorso. Un anno più tardi Oscar riesce a catturare il comandante del sottomarino, il tenente Brandt, e viene informato sul crudele destino della moglie: il tenente aveva tentato di violentarla. A causa del suo rifiuto, egli l’aveva abbandonata alla violenza dell’intero equipaggio, prima di ucciderla silurandola, gettandola letteralmente contro un’imbarcazione nemica attraverso la camera di lancio dei missili (quest’ultima sequenza non è presente nella copia di cui disponiamo). Possiamo solo aggiungere che Oscar Krug reagisce uccidendo l’uomo, dopo avere tentato di scorticarlo vivo dietro una porta chiusa (da cui il titolo del film) […]”. (Paolo Cherchi Usai, Il cinematografo al campo, Transeuropa, 1993)

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