Bad Day At Black Rock

John Sturges


T. It.: Giorno Maledetto; Sog.: Don Mcguire Dal Romanzo “Bad Day At Hondo” Di Howard Breslin; Scen.: Millard Kaufman; F.: William C. Mellor; Mo.: Newell P. Kimlin; Scgf.: Fred Maclean, Edwin B. Willis; Mu.: André Previn; Int.: Spencer Tracy (John J. Macreedy), Robert Ryan (Reno Smith), Anne Francis (Liz Wirth), Dean Jagger (Sceriffo Tim Horn), Walter Brennan (Dott. T.R. Velie Jr.), John Ericson (Pete Wirth), Ernest Borgnine (Coley Trimble), Lee Marvin (Hector David), Russell Collins (Sig. Hastings), Walter Sande (Sam); Prod.: Metro-Goldwyn-Mayer (Mgm); Pri. Pro.: Los Angeles, 8 Dicembre 1954 35mm. D.: 81’. Col. 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Bad Day at Black Rock è un’affascinante trasposizione di situazioni e schemi del western: si svolge all’epoca in cui è stato realizzato, con riferimenti alla seconda guerra mondiale invece che all'”Old West”. L’arrivo di un uomo con una mano sola (Spencer Tracy) in una piccola comunità provoca la rivelazione di segreti legati al trattamento subìto dai cittadini di origine giapponese durante la guerra, e, più in generale, raggelanti realtà di ordinario razzismo. Il film, popolato da un’affascinante schiera di grandi caratteristi, è privo di sentimentalismi o di strizzatine d’occhio rassicuranti a spettatori benpensanti. Idea e azione sono inseparabili come dovrebbero essere in una storia della grande tradizione western che si rispetti. Wim Wenders ha scritto le note migliori sul film (il brano che preferisco inizia con le poltrone dell’hotel…): “Fu soltanto dopo un po’ che realmente scoprii che cosa stava succedendo in questo film, quando ho visto le poltrone logorate nell’ingresso del Black Rock Hotel, compresi che le poltrone non stavano solo lì ferme ma che erano proprio quelle poltrone che dovevano stare lì, il posacenere di fianco ad esse era l’unico posacenere che si potesse pensare accanto a queste poltrone, la slot machine, con il suo braccio metallico, di fianco al banco d’accoglienza era l’unica slot machine collocabile in un albergo del genere in un posto del genere nel Midwest. Tutto in questo film era assolutamente preciso, giusto ed appropriato. Ogni oggetto era al suo posto in modo tale da riuscire a formare il suo senso compiuto, poteva distaccarsi da tutto quello che lo circondava ma proprio per quello era perfettamente appropriato con il resto. (…) Il film ha mantenuto l’atmosfera delle immagini colorate, nell’insieme è come un dipinto. Le immagini immobili del paesaggio, che sono sempre visibili dalle finestre o dalle porte, assomigliano più alle immagini di Magritte che al paesaggio vero che possiamo vedere nelle riprese esterne, ma che anche allora crea l’impressione di una scena costruita in uno studio gigantesco la quale si estende fino all’infinito baciando il cielo”. (Wim Wenders, Emotion Pictures)

Peter von Bagh

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