ANNI FACILI

Luigi Zampa

Sog.: Vitaliano Brancati; Scen.: Sergio Amidei, Vitaliano Brancati, Luigi Zampa, Vincenzo Talarico; F.: (1,33:1) Aldo Tonti; Mo.: Eraldo Da Roma; Scgf.: Piero Gherardi; Co.: Marilù Carteny; Op.: Franco Villa; Mu.: Nino Rota, dirette da Fernando Previtali; Ar.: Nanni Loy, Leopoldo Savona; Int.: Nino Taranto (Prof. De Francesco), Gino Buzzanca (Barone Ferdinando La Prua), Alda Mangini (Fedora Larina), Clelia Matania (Rosina De Francesco), Giovanna Ralli (Teresa), Gastone [Gabriele] Tinti (Pietro Loffredo), Armenia Balducci (Baronessina La Prua), Mara Berni (Maria Vercesi), Domenico Modugno (il giudice), Checco Durante (usciere), Riccardo Billi (Giovanni Pellecchia), Mario Riva (Mario Paolella); Prod.: Carlo Ponti e Dino De Laurentiis per Ponti-De Laurentiis Cinematografica; v.c. n. 15009 del 20/10/1953; Pri. pro.: 12 novembre 1953
35mm. L.: 2970 m. D.: 108′. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Il ruolo della vita per Nino Taranto, modesto professore siciliano che, trasferito a Roma, si perde nel labirinto dei ministeri romani e  finisce per lasciarsi corrompere. Il film, tra i più belli di Zampa e da allora scarsamente circolato, uscì sostanzialmente integro da una  delle lotte più accanite contro la censura del dopoguerra. Tre revisioni della sceneggiatura prima di dare il via libera alle riprese, per un film giudicato “volutamente scandalistico e ferocemente autolesionista”, e poi un visto di censura che tarda a essere concesso. 88 89
Motivo ufficiale: la satira della burocrazia statale corrotta. Motivo occulto: la satira dei neofascisti, che fa scattare la querela del  maresciallo Graziani. Questa volta Andreotti non contiene le intemperanze dei funzionari del ministero: ma il 22 ottobre 1953 il film  esce, e “l’Unità” esulta: “Una vittoria dell’antifascismo e del cinema italiano.” Era vero, e per una volta la critica sorride a Zampa. “La  storia di Anni facili dimostra una volta di più come in Italia sia debole lo slancio non diciamo rivoluzionario ma semplicemente civico, come sia invece ancora radicata e forte l’idea che certe parti, situazioni e persone della nostra società siano sacre e intoccabili,” scrive Moravia su “L’Europeo”.

 

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