ANDERS ALS DIE ANDERN
T. alt.: Paragraph hundertfünfundsiebzig. Scen.: Magnus Hirschfeld, Richard Oswald. F.: Max Fassbender. Scgf.: Emil Linke. Int.: Conrad Veidt (Paul Körner), Fritz Schulz (Kurt Sivers), Reinhold Schünzel (Franz Bollek), Anita Berber (Else Sivers), Leo Connard (padre di Paul), Ilse von Tasso (sorella di Paul), Alexandra Wiellegh (madre di Paul). Prod.: Richard-Oswald-Produktion. 35mm. L.: 1028 m (incompleto). D.: 50’ a 18 f/s. Bn e imbibito.
Scheda Film
Anders als die Andern è con tutta probabilità il primo film della storia del cinema a tematica gay. Fu concepito dal regista e sceneggiatore Richard Oswald e dallo psicologo Magnus Hirschfeld con l’obiettivo di combattere la persecuzione legale degli omosessuali e il disprezzo dell’opinione pubblica nei loro confronti. Il ‘paragrafo 175’ del codice penale tedesco, promulgato nel 1871, rese illegali gli atti omosessuali tra uomini (i rapporti sessuali tra donne non erano proibiti dalla legge). Migliaia di uomini omosessuali finirono così in carcere, con conseguenze devastanti per la loro vita e posizione sociale. Oswald e Hirschfeld forniscono argomentazioni razionali contro il disumano ‘paragrafo 175’. Quando il film uscì in Germania nel 1919 la censura era stata abolita. L’accoglienza fu discorde: alcuni critici e parte del pubblico apprezzarono l’impegno del film, in altri casi il rifiuto fu totale e i giornali dell’epoca riferiscono perfino di disordini durante le proiezioni. Il film afferma con veemenza che il vero flagello sociale non è l’omosessualità bensì l’omofobia, ma gran parte dell’opinione pubblica fu scandalizzata dal fatto che i protagonisti della storia d’amore (Conrad Veidt e Reinhold Schünzel) fossero due uomini. Gli ambienti conservatori e nazionalisti usarono questo film per chiedere la reintroduzione della censura. E molto rapidamente la ottennero. La censura fu ristabilita già nel 1920 e Anders als die Andern fu subito messo al bando. Si ha motivo di credere che negli anni Trenta i nazisti abbiano distrutto gran parte del materiale superstite di questo importante film, che dopo la guerra fu considerato perduto per oltre quarant’anni. La copia pur frammentaria giunta fino a noi è una delle preziose rarità del cinema muto. Ci mostra un film modernissimo e un appello perenne alla tolleranza.
Karl Wratschko