AMADEUS

Miloš Forman

Sog.: dalla pièce omonima (1978) di Peter Shaffer. Scen.: Peter Shaffer. F.: Miroslav Ondrícek. M.: Nena Danevic, Michael Chandler. Scgf.: Patrizia Von Brandenstein, Karel Cerný. Int.: F. Murray Abraham (Antonio Salieri), Tom Hulce (Wolfgang Amadeus Mozart), Elizabeth Berridge (Constanze Weber), Simon Callow (Emanuel Schikaneder), Roy Dotrice (Leopold Mozart), Christine Ebersole (Katherina Cavalieri), Jeffrey Jones (imperatore Giuseppe II), Charles Kay (conte Orsini-Rosenberg), Barbara Bryne (madre di Costanze), Nicholas Kepros (arcivescovo Colloredo). Prod.: Saul Zaentz per The Saul Zaentz Company. DCP. D.: 158’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Amadeus è un film sul talento e sulla libertà, sulla loro incompatibilità con la società che li distrugge in nome dell’ideologia.

Miloš Forman

Amadeus è una sorta di cerniera tra il passato e il presente: aria di casa, di Mitteleuropa, ma anche capacità di confezionare un prodotto di tutto rispetto capace di attrarre il grande pubblico; accentuato senso del grottesco, delle ‘caricature’ nobili e popolari (soprattutto la corte dell’imperatore Giuseppe II, ma anche guitti, artisti e servi), ma senza dimenticare la centralità dell’eroe (o meglio, degli ‘eroi’ contrapposti); una strizzata d’occhio alla cultura alta, ma raccontata secondo l’affabulazione che piace a Hollywood. Infatti, il film vince otto Oscar, tutti i maggiori praticamente, tranne quello a Tom Hulce, che l’avrebbe comunque meritato, al quale l’Academy preferisce F. Murray Abraham, che interpreta Salieri. Ed è infatti Antonio Salieri, l’uomo maturo, il musicista di corte, accorto diplomatico e suadente bugiardo, il vero ‘antieroe’ del film di Forman, segnato dalla drammatica consapevolezza della propria insanabile mancanza di talento (per non parlare del ‘genio’, al quale con monastica dedizione credeva di essere stato destinato da Dio in persona). […]
Se il giovane, travolgente e autodistruttivo Wolfgang Amadeus è il centro mercuriale del film […], il cauto, tormentato Salieri è il suo cuore oscuro, il personaggio narrativamente più interessante. Amadeus è uno dei tanti giovani di Forman; negli anni Sessanta del Novecento avrebbe fatto l’hippie a Central Park […]. Salieri, invece, è qualcosa di nuovo nella filmografia dell’autore: non è la raffigurazione a tutto tondo dell’Istituzione, il ‘cattivo’, come la capoinfermiera Ratched, né lo sprovveduto, maldestro borghese che non riesce a entrare in sintonia con i propri figli, come tanti dei genitori che ha descritto. Salieri è un uomo di cultura, che capisce fin troppo bene sia l’arte sia la psicologia dello sfrenato ribelle con cui si trova a fare i conti, che lo detesta perché è tanto più bravo di lui, ma che non può fare a meno di invidiarne e desiderarne le caratteristiche. È un personaggio molto fine e sfaccettato, disperatamente a corto di ‘doni’ e molto solo. Non si può né odiarlo né amarlo.

Emanuela Martini, Salieri il Nero, in Miloš Forman, a cura di Angelo Signorelli, Bergamo Film Meeting, Bergamo 2017

Copia proveniente da

restaurato in 4K nel 2024 da Academy Film Archive e The Saul Zaentz Co. Con il sostegno di Teatro della Pace Films.