AÏN-EL-GHEZAL. LA FILLE DE CARTHAGE

Albert Samama Chikli

Scen.: Haydée Chikli. F.: Albert Samama Chikli. Int.: Haydée Chikli (Aïn-el-Ghezal), Haj Hadi Jeballi (Bou- Hanifa Caïd), Belgassem ben Taieb (Saada), Ahmed Dziri (Taleb). DCP. D.: 25’. Bn

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Prima la cattiva notizia. Il nuovo materiale, appena ritrovato, di Aïn-elGhezal. La Fille de Carthage ammonta a pressoché nulla: un minuto di immagini e due didascalie non fanno nessuna sostanziale differenza. Quel che rimane del film resta dunque più o meno il primo rullo, circa 300 metri, ovvero 20 minuti a 16 f/s. Non avevamo altra scelta che intraprendere un bricolage ricostruttivo, usando i documenti presenti nel Fondo Albert Samama Chikli della Cineteca di Bologna (fotografie, liste di didascalie e la sceneggiatura), per fornire almeno un’idea della parte mancante dell’opera.
E adesso la buona. Possiamo annunciare uno spettacolare passo avanti. Aïn-el-Ghezal è sempre stato un problema per gli spettatori, ben disposti ad apprezzare il film e i suoi creatori, ma messi a confronto con un’esperienza di visione a dir poco deludente. Per buona che fosse la causa, per pionieristica che fosse l’opera del cineasta tunisino, resta il fatto che questo film non funzionava.
Ora sappiamo perché. Quel che abbiamo visto finora non era la prima parte di un film di Albert Samama Chikli, ma il disastroso risultato di un rimontaggio, come il confronto tra il primo rullo del film e la sceneggiatura ha reso evidente. Quando? A opera di chi? L’operazione deve essersi svolta in due fasi: la prima nel 1924 nel laboratorio di Maurice dove il film è stato ridotto da 1424 a 1014 metri, la seconda senza data conosciuta ma ancor più devastante. Un seguace della tecnica cross-cutting – probabilmente il collezionista René Charles, che ha provveduto a salvare il film quanto a farne scempio – ha ridotto in frammenti numerose scene e primi piani, li ha remixati e rimontati in una serie di falsi campi/controcampi. Riportare alla sua vera forma quest’opera sfigurata è stato come liberare un film nascosto, un Aïn-el-Ghezal chiuso in trappola.
In generale, la ricostruzione ha seguito la sceneggiatura; numerose scene presenti nel film sono però assenti dallo script, e note aggiunte a mano al dattiloscritto collocano due di esse in punti diversi. Ma anche con un ordine che resta qualche volta ipotetico, e con le sue lacune, ora il frammento funziona, rende onore al regista Albert Samama e alla sceneggiatrice e attrice Haydée Chikli, e certamente suscita il desiderio di poter vedere l’intero film. Tuttavia le possibilità che salti fuori altro materiale sono minime. Le speranze di Samama di vendere Aïn-el-Ghezal ai distributori francesi o americani andarono deluse, e dunque la copia positiva proiettata a Tunisi il 23 novembre 1923 è probabilmente l’unica a esser mai stata stampata. Per poterla pagare, Samama aveva fatto ricorso a un crowdfunding tra amici.

Mariann Lewinsky

Copia proveniente da

In collaborazione con

Restaurato in 4K e ricostruito nel 2024 dalla Cineteca di Bologna presso il laboratorio L’Image Retrouvée a partire da due copie nitrato 35mm provenienti da La Cinémathèque française e da Département de la Charente (ex-collezione René Charles), depositate presso il CNC – Centre national du cinéma et de l’image animée. Per la ricostruzione della parte mancante del film sono stati utilizzati i materiali documentali e fotografici presenti nel Fondo Albert Samama Chikli conservato presso Cineteca di Bologna.