A STREETCAR NAMED DESIRE

Elia Kazan

Sog.: dalla pièce omonima di Tennessee Williams. Scen.: Tennessee Williams. F.: Harry Stradling. M.: David Weisbart. Scgf.: Richard Day. Mus.: Alex North. Int.: Vivien Leigh (Blanche DuBois), Marlon Brando (Stanley Kowalski), Kim Hunter (Stella), Karl Malden (Mitch), Rudy Bond (Steve), Nick Dennis (Pablo), Peg Hillias (Eunice), Richard Garrick (il dottore). Prod.: Charles K. Feldman per Warner Bros.. DCP. D.: 122’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Kazan – forse il miglior direttore di attori del cinema americano del dopoguerra – ha probabilmente, col fiuto che gli era proprio, accettato proprio per questo un’attrice [Vivien Leigh] di tutt’altre scuole e tradizioni che l’Actors Studio (è noto che Kazan, il quale pure era stato abbondantemente consultato da Olivier, non amava la messinscena londinese del Tram, e accettò la Leigh perché i produttori esigevano ‘un nome’ per un film non facile, e Brando non era ancora tale). La macchina da presa, mobilissima dentro la teatrale scenografia del film, coglie le reazioni dell’attrice carpendo, da professionista agguerrita, notazioni quasi da psicodramma.
Ma è Brando a ‘rubare’ il film. Animalesco e sensuale, violento e infantile, il suo Stanley mette in mostra in jeans e t-shirt, magari strappati sul dorso nella scena madre con Stella, oppure in camicie volgarmente sgargianti e fiorite, il suo fisico pesante e muscoloso sfruttandone la carica magnetica. Le scene con Blanche sono “elettriche” perché “Brando possiede volgarità, crudeltà, sadismo e allo stesso tempo qualcosa di terribilmente attraente” (Kazan). Contrariamente al teatro, sono ancora una volta i primi piani a dare però al personaggio un’accentuazione del suo lato infantile. […] La regia di Kazan ha però di straordinario in questo e in tutti i suoi film l’attenzione al ‘gioco di squadra’. Che Brando imponga la sua immagine (di cui resterà per anni prigioniero) su quella di tutti gli altri, è risultato non calcolato. Lo schermo ha le sue predilezioni, e l’immaginario del pubblico fa il resto. Kazan non predilige nessuno, e dal quartetto d’attori trae il massimo, con la più rigorosa imparzialità, collocandoli entro una scenografia chiusa, ‘teatrale’, oppressiva, con pochissimi esterni in studio, tutti anch’essi ‘teatrali’. […] Per tre film consecutivi e nell’intensissimo spazio di quattro anni, i nomi di Kazan e Brando sono legati tra loro strettamente. Col Tram Kazan contribuisce a fissarne l’immagine esteriore e ad assicurarne, da grande inventore di divi, uno strabiliante successo.

Goffredo Fofi

Copia proveniente da

Per concessione di Park Circus.
Restaurato da YMC Labs a partire dal negativo camera originale, DCP 2K ottenuto dal master fine grain restaurato