A NIGHT OUT
T. it.: Charlot nottambulo. Scen.: Charles Chaplin. F.: Harry Ensign. Scgf.: E.T. Hazy. Int.: Charles Chaplin (il viveur), Ben Turpin (altro viveur), Bud Jamison (capo cameriere), Edna Purviance (sua moglie), Leo White (Dandy ‘francese’), Fred Goodwins. Prod.: Jesse T. Robbins per The Essanay Manufacturing Company. DCP. Bn.
Scheda Film
Nella definizione dell’universo chapliniano che da qui a pochi mesi si pronuncerà con nitidezza, gioca un ruolo centrale la trasposizione comica, che in A Night Out si affaccia per la prima volta con decisione: vediamo Charlot lavarsi i denti con una grande foglia di fico, utilizzare il dentifricio per pulire le scarpe, versarsi da bere dalla cornetta del telefono, rimboccare le coperte al suo bastone da passeggio… Chaplin non ha ancora valicato, tuttavia, i confini del burlesque e attinge a piene mani dalla lezione sennettiana in questa commedia tutta basata sulle situazioni comiche provocate dallo stato di alterazione etilica della coppia, che qui appare perfettamente collaudata, Chaplin-Turpin. Quest’ultimo fu tra coloro che seguirono Chaplin nel trasferimento da Chicago agli studi di Niles in California, insieme a Leo White e Bud Jamison, dando vita così a una piccola compagnia fissa, ingrediente che si rivelerà una costante nella vita creativa di Chaplin. A questo proposito, A Night Out viene spesso ricordato per la prima apparizione di Edna Purviance, notata in un caffè di San Francisco, e per lo storico incontro con Rollie Totheroh, già impiegato agli studi di Niles da ‘Broncho Billy’ Anderson (uno dei due fondatori assieme a George Spoor, dalle cui iniziali “Ess ‘n’ ay”), vero e proprio terzo occhio di Chaplin nei trentasette anni a venire.