A NIGHT IN THE SHOW

Charles Chaplin

T. it.: Charlot a teatro. Scen.: Charles Chaplin. F.: Harry Ensign. Scgf.: E.T. Hazy. Int.: Charles Chaplin (Mr. Pest/Mr. Rowdy), Edna Purviance (signora in platea), Charlotte Mineau (altra signora in platea), Dee Lampton (ragazzo grasso dispettoso), Leo White (uomo in platea/congiurato), Wesley Ruggles (signore in galleria), John Rand (direttore d’orchestra), James T. Kelley (orchestrale/cantante), Paddy McGuire (altro orchestrale), May White (signora grassa nel foyer/incantatrice di serpenti), Bud Jamison (marito di Edna/ cantante), Phyllis Allen (spettatrice), Fred Goodwins (spettatore), Charles Insley (spettatore), Carrie Clark Ward (spettatrice). Prod.: Jesse T. Robbins per The Essanay Manufacturing Company. DCP. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

A Night in the Show è un ritorno alle origini che offre più di un motivo d’interesse: rilettura dello sketch di Karno Mumming Birds (conosciuto negli Stati Uniti con il titolo A Night in an English Music Hall), è di fatto l’interpretazione che guadagnò a Chaplin l’ingresso nel mondo del cinema. Fu infatti vedendolo nel ruolo dell’ubriaco che Harry Aitken, grosso azionista della Keystone (e non Sennett, come da molti erroneamente indicato), fece scritturare Chaplin. È poi forse anche il prodotto di uno degli ultimi momenti di esitazione di Chaplin che, ormai padrone del mezzo cinematografico nonché artefice di una comicità nuova, sofisticata e di una poetica assolutamente personale, cede ancora al richiamo della farsa e del caricaturale. Tuttavia è proprio grazie alla rivisitazione di un soggetto più propriamente legato alla tradizione del Music Hall che al cinema, e che quindi affonda le radici nelle origini ottocentesche di Chaplin (come performer e come spettatore), che percepiamo in maniera evidente la straordinaria evoluzione artistica da lui compiuta nel giro di poco più di due anni. Soprattutto nella prima metà del film, la recitazione di Chaplin, nella parte dell’irresistibile e ubriaco Mr. Pest, è misurata e sottile, lontana dal gesticolare forsennato degli esordi, ma non per questo meno feroce e graffiante. “Tutto nella sua interpretazione – commenta magnificamente Jean Mitry – è teso a esprimere il disprezzo con cui guarda il mondo delle cose, in particolare delle regole, delle convenzioni e di coloro che vi si sottomettono. La critica sociale abbozzata in Work viene ulteriormente elaborata diventando il motivo essenziale del film. Il ‘balletto’ è ormai solo un elemento strutturale che permette di ordinare armoniosamente le situazioni comiche, la cui ragion d’essere non è solo coreografica. La parodia, che nelle comiche Keystone non superava mai l’atto parodico in sé, si trasforma in satira del comportamento”.

Restauro sostenuto da The Film Foundation, the George Lucas Family Foundation, e the Material World Charitable Foundation