A Modern Musketeer
Sog.: dal racconto D’Artagnan of Kansas di F.R. Lyle Jr. Scen.: Allan Dwan. F.: Hugh McClung, Harry Thorpe. M.: Billy Shea, Allan Dwan. Int.: Douglas Fairbanks (Ned Thacker/ D’Artagnan), Marjorie Daw (Elsie Dodge), Kathleen Kirkham (Mrs. Dodge), Frank Campeau (Chin-de-dah), Eugene Ormonde (Forrest Vandeteer), Edythe Chapman (Mrs. Thacker), Tully Marshall (James Brown), ZaSu Pitts (ragazza bionda di Kansas street). Prod.: Douglas Fairbanks per Douglas Fairbanks Pictures. Pri. pro.: 30 dicembre 1917. 35mm. L.: 1333 m. D.: 73′ a 16 f/s. Bn.
Scheda Film
Il film nacque quasi per caso. Doug stava corteggiando Mary Pickford. Lei all’epoca era sposata con Owen Moore, il quale si spazientì e prese a minacciarlo. Io rientravo da New York per fare un film con Doug ed ero sul treno per Los Angeles quando mi consegnarono un suo telegramma che diceva “Imperativo. Fermati a Salina, Kansas, e torniamo a New York”. Così scesi a Salina e Doug arrivò poco dopo con il Chief. Mentre tornavamo a New York mi disse perché doveva andarsene da Los Angeles e mi raccontò l’incresciosa situazione. Ma dovevamo comunque fare un film, e allora tra Salina e New York escogitammo l’idea di A Modern Musketeer. Gli chiesi se era mai stato nel Grand Canyon perché pensavo che potesse essere un’ambientazione interessante. Lui disse “No”, e allora lo scegliemmo come location. Io invece non avevo mai visto il Canyon de Chelley nella nazione Navajo, vicino ad Albuquerque, così decidemmo di girare anche lì. Imbastimmo la storia di un giovanotto pieno d’immaginazione che stufo di vivere nel suo paesino del Kansas sognava di cavalcare come D’Artagnan. Per mostrare la sua irrequietezza lo facevamo correre per tutto il villaggio fino alla chiesa e in cima al campanile. Alla fine il ragazzo si metteva al volante di una piccola Model T Ford gialla – moderno destriero – e si imbatteva in una serie di avventure che ci inventammo strada facendo. Era un film comico con una buona dose di melodramma. Avevamo anche un cattivo e dovevamo buttarlo giù da un burrone. Ogni volta che vedo un burrone devo buttarci giù qualcuno. […] C’era molta suspense, ma il punto di vista era umoristico. I guai in cui si cacciava il protagonista erano reali, però, e al pubblico piaceva vederlo in difficoltà. Ci inventammo un bel po’ di situazioni buffe. […] Fairbanks vi contribuì moltissimo. Lui non si occupava della regia ma inventava storie, movenze, gag. Lo facevamo tutti. Il nostro operatore era Vic Fleming, e anche lui tirò fuori delle belle trovate. A volte ce le inventavamo lì per lì. Era un lavoro di squadra, su questo ho sempre insistito, dunque non riesco mai a ricordare di chi fu una certa idea. Partecipavamo tutti.
Allan Dwan, in Peter Bogdanovich, Chi c’è in quel film? Ritratti e conversazioni con le stelle di Hollywood, Fandango, Roma 2008