The Black Watch
T. it.: La guardia nera; Sog.: dal romanzo King of the Khyber Rifles di Talbot Mundy; Scen.: James Kevin McGuiness, John Stone; F.: Joseph H. August; Mo.: Alex Troffey; Mu.: la canzone Flowers of Delight è di William Kernell; Int.: Victor McLaglen (capitano Donald King), Myrna Loy (Yasmani), Roy D’Arcy (Rewa Ghunga), Pat Somerset (ufficiale degli Hilanders), David Rollins (tenente Malcom King), Mitchell Lewis (Mohammed Khan), Walter Long (Harem Bey), David Percy (ufficiale degli Hilanders), Lumsden Hare (colonnello), Cyril Chadwick (maggiore Twynes), David Torrence (maresciallo), Francis Ford (maggiore MacGregor), Claude King, Frederick Sullivan, Joseph Diskay, Joyzelle, Richard Travers; Prod.: William Fox; Pri. pro.: 22 maggio 1929. 35mm. L.: 2510 m. D.: 92’. Bn.
Scheda Film
Il primo film interamente sonoro di Ford, adattamento del romanzo di Talbot Mundy King of the Khyber Rifles, è interpretato da Victor McLaglen nei panni di un ufficiale dell’esercito britannico nel mitico reggimento scozzese che parte per una missione segreta in India nei primi giorni della Prima guerra mondiale. La virtuosistica messinscena delle sequenze di battaglia, valorizzata da un uso raffinato del controluce da parte del direttore della fotografia Joseph H. August e da una complessa orchestrazione di montaggio e musica, ricorda le prodezze di Francis Ford nel muto del 1915 The Campbells Are Coming, nel quale Jack Ford fu aiuto regista (Francis ha una parte piccola ma memorabile in The Black Watch). Jack girò The Black Watch come film parzialmente sonoro, ma alla fine della lavorazione il direttore generale della Fox, Winfield Sheehan, inserì nella produzione il britannico Lumsden Hare per girare alcune sequenze parlate. Tra queste c’erano delle scene d’amore involontariamente comiche con McLaglen e Myrna Loy nei panni della Principessa Yasmani, improbabile capo delle forze ribelli indiane. Ford riteneva che le scene di Hare fossero “davvero orribili, lunghe, verbose, senza alcun rapporto con la storia: un totale disastro. Quando le vidi mi venne da vomitare”. (da Searching for John Ford)
“Lo sguardo di Ford, combinandosi con la sensuale fotografia di August, conferisce al film una notevole originalità visiva: un chiaroscuro di grande effetto, con audaci inquadrature, e un’atmosfera fortemente drammatica. The Black Watch vale la pena di essere conservato, anche solo per la fiammeggiante assurdità delle sue rigide uniformi o per le scene d’amore tra la meravigliosa e sensuale Myrna Loy e il simpatico e maldestro Victor McLaglen”.
Lindsay Anderson, About John Ford (trad. it. John Ford, Ubulibri, Milano 1985).