Lewat Djam Malam

Usmar Ismail

T. int.: After the Curfew [Dopo il coprifuoco]. Scen.: Usmar Ismail, Asrul Sani. F.: Max Tera. Mo.: Sumardjono. Scgf.: Abdul Chalid. Mu.: G.R.W. Sinsu. Su.: B. Saltzmann. Int.: A.N. Alcaff (Iskandar), Netty Herawaty (Norma), R.D. Ismail (Gunawan). Prod.: Persari, Perfini. DCP. D.: 101’.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Dopo il coprifuoco racconta con intensità e passione un cruciale momento di conflitto nella storia indonesiana: le conseguenze della Rivoluzione repubblicana (1945-49) che pose fine al dominio olandese. Il risul­tato è un film di grande forza drammatica e visiva sulla rabbia e la disillusione, sul sogno di una nuova società svilito e de­formato dalla repressione governativa e da una borghesia compiacente.
L’intera produzione di Ismail, considerato il padre del cinema indonesiano, è carat­terizzata dall’attenzione per l’incessante evoluzione della società del suo paese. Il regista, che esordì come drammaturgo, negli anni dell’occupazione giapponese fondò il collettivo teatrale Maya. In quel periodo sviluppò anche un interesse per il cinema. Alla fine degli anni Quaranta girò i suoi primi film con Andjar Asmara e nel 1950 fondò la Perfini (Perusahaan Film Nasional Indonesian), che considerò il vero inizio della propria carriera di cine­asta. Dopo il coprifuoco, coprodotto dalla Perfini e dalla Persari di Djamaluddin Ma­lik, fu forse il suo maggiore successo di pubblico e di critica.
Il film è stato sottoposto a restauro digita­le presso il Laboratorio L’Immagine Ritro­vata a partire da negativi 35mm originali, interpositivo e copie positive conservati alla Sinematek Indonesia.
Il restauro si è dapprima concentrato sullo sfarfallio e l’instabilità per poi passare a una meticolosa eliminazione dello sporco, condotta con strumenti automatici e con un lungo procedimento di pulizia digita­le di ciascuna immagine (fotogramma per fotogramma). La pellicola presentava an­che segni di muffa e sindrome dell’aceto: il laboratorio si è adoperato per risolvere questi problemi senza danneggiare la defi­nizione dell’immagine finale, con partico­lare attenzione per i dettagli e i volti.
Il sonoro originale è stato sottoposto a restauro digitale a partire dal negativo 35mm della colonna originale. I due rul­li mancanti dal negativo sono stati presi dall’interpositivo. Gli ultimi due minuti del rullo 5, assenti da tutti i materiali dispo­nibili, sono stati recuperati da una copia positiva. La colonna sonora è stata scan­sionata usando tecnologia laser a defini­zione 2K. La parte essenziale del restauro digitale del suono consiste di varie fasi di montaggio manuale, de-clicker e de-crac­kle ad alta risoluzione per l’eliminazione di crepitii e scricchiolii, nonché molteplici livelli di riduzione automatica del rumore.

 

Copia proveniente da

Restaurato nel 2012 da National Museum of Singapore e da World Cinema Foundation con il supporto di Konfiden Foundation e Kineforum del Jakarta Arts Council. Il restauro è stato eseguito da Cineteca di Bologna presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata a partire da materiali originali conservati alla Sinematek Indonesia. Un ringraziamento speciale alla famiglia di Usmar Ismail