Fellini e l’invenzione di Roma

Lo sceicco bianco non fu solamente il primo film girato autonomamente da Federico Fellini, ma fu anche il primo dei suoi lungometraggi ad essere ambientato nella capitale italiana. Roma è infatti fin da subito presente nell’immaginario felliniano in maniera preponderante: il regista e la città laziale costituiscono dall’inizio della carriera cinematografica di Fellini un binomio inscindibile; “Fellini non esisterebbe senza Roma, e Roma non può più prescindere o dissociarsi dalle immagini che su di lei sono state imbastite da Fellini”. A partire da Lo sceicco bianco e La dolce vita (1960), a Il bidone (1955) e Le notti di Cabiria (1957) e altri film successivi, Roma occupa una parte integrante all’interno di queste commedie.

Nel 1939, all’età di diciassette anni, Federico Fellini dalla cittadina natale di Rimini si trasferisce a Roma per dare inizio alla sua carriera da giornalista. Il critico cinematografico e amico di Fellini Tullio Kezich racconta l’arrivo del giovane riminese nella grande capitale in questo modo: “un giovanotto bruno e magro, con un vestito di lino bianco, scende dal treno, affida la valigia al facchino che sembra un vecchio clown e lo segue nel caos del marciapiede. Davanti ai suoi occhi, sgranati come quelli di Alice nel paese delle meraviglie, passano e si incrociano preti, soldati, suore, venditori, carabinieri, marinai, belle donne, corazzieri e tipacci. Allarmato e divertito il giovane si immerge nella bolgia della capitale che subito lo inghiotte come una grande madre vorace, protettiva e minacciosa”.

L’arrivo nella capitale è così importante sia per la vita personale sia per la carriera del futuro regista che Fellini la pone come sequenza iniziale del suo primo film. Roma è, fin da subito, la protagonista principale de Lo sceicco bianco: la ripresa a punto di vista del treno in movimento prima del suo arrivo alla Stazione Termini stabilisce l’ambientazione del film sin dall’inizio, e la prima parola che il giovane sposo Ivan pronuncia (questo è anche il primo dialogo parlato del film) è esattamente il nome della città. In questa scena introduttiva, la Roma esaltata da Ivan svela l’importanza che l’immagine della capitale ha sia per lui e che per tutti gli altri italiani che come lui arrivano dalla provincia – e Federico Fellini fa fedelmente parte di questo gruppo. Per Ivan e Wanda e, di conseguenza, per Fellini stesso Roma rappresenta sia una sineddoche per ideali e valori nazionali, sia una città di potere e di grande influenza culturale, sociale e politica: dal 1939, Fellini con Roma ha avuto la possibilità di trovare sé stesso e di creare quindi il proprio destino di “cineasta geniale”; allo stesso tempo, Roma con Fellini e i suoi film si è arricchita, ampliando ulteriormente le proprie caratteristiche peculiari, le proprie sfaccettature e il proprio respiro plurimillenario di Città Eterna. 

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