Fotografia di Tiziana Manfredi

Conversazione tra Aboubakar Sanogo (Federazione Panafricana dei Cineasti/FEPACI); Mohamed Challouf (Association Ciné-Sud Patrimoine/Consulente artistico della Cineteca Tunisina); Germain Coly, Marco Lena, Tiziana Manfredi (Diréction de la Cinématographie, Senegal); Maxime Grember (Cinémathèque Afrique de l’Institut français) e Alain Sembène (figlio di Ousmane Sembène). Modera Cecilia Cenciarelli.

“Il rapporto dell’Africa con il cinema è legato a molteplici traumi – scrive Aboubakar Sanogo – il trauma della perdita di sovranità nazionale, il trauma delle immagini che raccontano lo sfruttamento delle ricchezze e delle risorse naturali, dell’espropriazione delle terre e, naturalmente, della disumanizzazione attraverso il cinema stesso. Nonostante ciò, i registi africani hanno abbracciato il mezzo cinematografico e lo hanno utilizzato per invertire questo insopportabile regime di rappresentazione, per ripensare la natura e il potere delle immagini, per proiettare una nuova e più fedele rappresentazione del loro continente, dei suoi sogni, delle sue aspirazioni e delle sue sfide”.

Il recente Congresso della FIAF ospitato dalla Filmoteca della UNAM a Città del Messico, ha riportato al centro del dibattito l’urgenza di una profonda ricognizione del patrimonio cinematografico africano all’interno delle collezioni delle cineteche affiliate, e la questione della ‘restituzione’, intesa nelle sue varie accezioni. Questioni analoghe e ugualmente complesse sono state affrontate nel corso del simposio Archival Assembly #2 organizzato a Berlino da Arsenal – Institut für Film und Videokunst agli inizi di giugno: in particolare il ruolo transnazionale delle cineteche e le responsabilità etiche inerenti alla conservazione di una memoria che, non solo non ci appartiene, ma è intrisa del nostro passato coloniale e neo-coloniale. 

Raccogliendo virtualmente il testimone da questi due recenti momenti d’incontro, e mettendo a confronto alcuni dei progetti più significativi avviati nel continente – a partire da quelli intrapresi dalla FEPACI, dagli archivi della DCI senegalesi, dall’Association Ciné-Sud Patrimoine tunisina – questa riflessione sugli archivi africani cercherà di gettare le basi per una serie di azioni future condivise e concrete.

C.C.