Ridare vita a un capolavoro: ‘Ugetsu Monogatari’
All’interno della sezione Ritrovati e Restaurati, dedicata ai migliori restauri eseguiti in tutto il mondo in 35 mm e in digitale, Ugetsu Monogatari (I racconti della luna pallida di agosto, Giappone/1953) di Kenji Mizoguchi rappresenta uno dei titoli più attesi. Il pubblico che gremiva il cinema Arlecchino alla prima proiezione di domenica (la replica di questo film imperdibile sarà sabato mattina, alle ore 9.00, sempre all’Arlecchino) ha potuto ammirare il lavoro eccellente a cura della The Film Foundation di Martin Scorsese, rappresentata al Cinema Ritrovato dalla direttrice Margaret Bodde, e della KADOKAWA Corporation.
Fondamentale alla realizzazione del progetto di recupero di quest’opera chiave della filmografia di Mizoguchi – uno dei maestri, con il sommo Akira Kurosawa e il cantore del quotidiano Yasujiro Ozu, del cinema classico nipponico – è stato il supporto offerto dalla Hollywood Foreign Press Association. L’organizzazione no profit di tutti i giornalisti e i fotografi stranieri della stampa hollywoodiana, conosciuta al grande pubblico soprattutto per la creazione nel 1944 dei prestigiosi premi Golden Globe, sostiene fin dal 1996 la The Film Foundation nei sui preziosi lavori di restauro.
La scelta, tra tutti i lungometraggi della sterminata (85 titoli!) filmografia di Mizoguchi, di dare nuova vita proprio a Ugetsu Monogatari (suo settantottesimo lavoro a soli tre anni dalla morte), ha radici personali antiche, come rivela Scorsese in persona attraverso un video di presentazione del film inviato al Cinema Ritrovato: radici che risalgono all’inizio degli anni ’50 quando l’iconico regista americano vide per la prima volta in televisione il capolavoro di Mizoguchi. Un’opera, spiega, che “mi colpì profondamente nonostante le interruzioni pubblicitarie e il doppiaggio in inglese”. Da qui il lavoro minuzioso di restauro in 4K condotto con il fondamentale contributo di Masahiro Miyajima, che ha lavorato per oltre trent’anni con Kazuo Miyagawa (il direttore della fotografia del film), nel comune obiettivo di restituire l’impareggiabile fascino, sonoro e visivo, della pellicola originale: l’uso sapiente della luce ha contribuito a creare un’atmosfera sospesa, quasi surreale, dove il realismo dell’ambientazione nel Giappone del sedicesimo secolo si mescola alla dimensione fantastica dei due racconti di Akinari Ueda (dalla raccolta Racconti di pioggia e di luna) ai quali si ispira, con anche contaminazioni da Guy de Maupassant, la sceneggiatura del film.
La regia di Mizoguchi è limpida ed essenziale, con un montaggio molto dinamico che rappresenta un unicum nel suo stile, ma capace allo stesso tempo di una potenza espressiva e di una capacità evocativa che richiama alla mente Rashomon di Kurosawa. Ugetsu Monogatari è puro piacere per gli occhi e per la mente, Scorsese sarà d’accordo.
Luca Giagnorio, Il cinema Ritrovato News
Qui di seguito la gallery dell’incontro (foto di Lorenzo Burlando)