30/06/2016

‘I pugni in tasca’: il restauro e la sequenza ritrovata

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Realizzato da Marco Bellocchio ad appena 25 anni, alla sua uscita I pugni in tasca spaccò pubblico e critica. Luigi Chiarini rifiutò di accettarlo alla Mostra del cinema di Venezia, mentre venne accolto trionfalmente al Festival di Locarno.

Era troppo radicale, troppo duro, troppo lontano da qualunque cosa fosse mai stata girata in Italia e non solo, perché la sua irruzione nel mondo del cinema potesse essere pacifica. Ma dopo oltre cinquant’anni, la grandezza del film e del suo regista è fuori discussione, e il laboratorio L’Immagine Ritrovata della Cineteca di Bologna ne ha curato il restauro, sotto l’egida di Daniele Ciprì.

Prodotto a bassissimo costo e realizzato con pochi mezzi, già in fase di montaggio alcuni problemi tecnici avevano compromesso la resa dei contrasti, ma grazie al lavoro fatto è ora possibile ammirare il film nel magnifico bianco e nero in cui era stato concepito e filmato. Non solo: Bellocchio sperava che in questo restauro venisse reintegrata una breve sequenza che la produzione gli aveva imposto di tagliare, perché considerata eccessiva (ma visto il tono di tutto film, si trattò più probabilmente della goccia che fece traboccare il vaso). Questo frammento era però andato perduto, e pareva destinato a dover essere dimenticato una volta per tutte. Ma come nei migliori film di suspense, proprio all’ultimo è stato ritrovato un trailer originale del 1965, che conteneva la sequenza incriminata. Si tratta solo di un dettaglio, ma in un film come I pugni in tasca anche il più piccolo elemento è importante e contribuisce a farne un grande film, quindi si può davvero dire che finalmente l’opera prima di Bellocchio ci viene restituita nella sua integrità, dalla quale emerge, ancora oggi, a mezzo secolo di distanza, la grande forza sovversiva che lo anima.

Marcello Bonini, Il Cinema Ritrovato News