23/04/2020

Fuori Cinema | Film in TV (ma da vedere) _ venerdì 24 aprile

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Oggi spaziamo in lungo e in largo, grandi commedie italiane e storie d’Oltreoceano, tra brividi e racconti di vicende politiche. E grandi autori: Pasolini, Monicelli, Hitchcock… E grandi attori: Totò, Sordi, Connery…

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UN TURCO NAPOLETANO (1953, 100 min) di Mario Mattoli
[Rai Movie (canale 24), ore 19.30]

Primo capitolo della trilogia scarpettiana, girata tra il 1953 e il 1954 da Mario Mattoli, con Totò nella maschera di Felice Sciosciammocca (gli altri due titoli sono naturalmente Miseria e nobiltà e Il medico dei pazzi). Queste commedie di Eduardo Scarpetta ruotano, pur nelle loro diversità, attorno allo scambio d’identità, e qui il gioco sta tutto nell’aver confuso Totò/Felice, un evaso dalla forza fisica sovrumana, con un eunuco ottomano (con tanto di forbice disegnata sul fez), raccomandatissimo per la sua capacità – diciamo così! – di tener d’occhio la bella moglie di un geloso e ricco marito. Scarpetta-Totò-Mattoli: non serve nemmeno dire che il meccanismo della commedia è perfetto, oltre al fatto che il film ha regalato a tutti i totoisti sequenze da recitare a memoria.
(A.R.)

Approfondimenti

Una galleria di immagini in cui lo stesso Scarpetta veste i panni di Sciosciammocca.

 

SELMA – LA STRADA PER LA LIBERTÀ (2014, 128 min) di Ava DuVernay
[Rai Movie (canale 24), ore 23.15]

Selma, Alabama, è un luogo simbolo della battaglia per i diritti civili. Nel 1965 fu sede delle marce pacifiche per il diritto al voto degli afroamericani guidate da Martin Luther King, represse dalle autorità davanti agli occhi di un’America che non sarebbe mai più stata la stessa. La regista Ava DuVernay (vincitrice al Sundance 2012 con Middle of Nowhere) evita l’agiografia di King e ottiene il consenso pressoché unanime della critica statunitense. Oscar alla migliore canzone originale.

Approfondimenti

Il pressbook del film e lo straordinario discorso di Martin Luther King, I have a dream, da ascoltare e riascoltare e riascoltare…

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I RACCONTI DI CANTERBURY (1972, 110 min) di Pier Paolo Pasolini
[Rai Movie (canale 24), ore 1.25]

Il secondo capitolo della Trilogia della vita lasciò insoddisfatto Pasolini che intraprese diversi montaggi (perfino al festival di Berlino, dove vinse l’Orso d’oro, prima della proiezione per la giuria), risentendo forse anche del disagio di girare nelle atmosfere poco congeniali delle contee britanniche. In effetti la maggior parte degli otto racconti ispirati a Chaucer ha un respiro un po’ faticoso e incerto e la vitalità erotica dei personaggi ha qualcosa di stridente, sempre sovrastata da un greve sentore funebre. Ma almeno due storie (il diavolo e il delatore; i tre ragazzi e la morte) sono di notevole bellezza poetica e figurativa, come l’evocazione dell’inferno, ispirata a Brueghel, Bosch e alle xilografie anticlericali del Medioevo. Insolita autoironia di Pasolini nell’impersonare Chaucer. Travagliato iter censorio, con sequestri e dissequestri, prolungatosi per oltre un anno.
(R.C.)

Approfondimenti

Scheda di documentazione del film, con estratti di testi di Pasolini; dossier del Centro Studi – Archivio Pier Paolo Pasolini della Cineteca di Bologna su un episodio tagliato del film.
Per riconoscere la sequenza del film doppiata da Eduardo De Filippo.

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Dai cataloghi delle piattaforme online:

MARNIE (1964, 130 min) di Alfred Hitchcock
[disponibile su Chili]

Dopo aver terrorizzato il mondo con Gli uccelli, Hitchcock tornò al noir psicologico, trasponendo il best seller dall’omonimo titolo di Winston Graham. Perduta per sempre Grace Kelly, la sua diva icona, offrì il ruolo della protagonista a Tippi Hedren con la quale, durante la lavorazione, si generò un’incomprensione tale da incollare per sempre l’aggettivo di sadico all’immagine del regista. Truffaut lo definì un ‘grande film malato’ perché fare della psicoanalisi per immagini è un’operazione ardita persino per un maestro come Hitckcock. Mai come in quest’opera la protagonista, schiacciata dal peso di un orrendo segreto rimosso, chiede di essere amata in primis dalla propria madre che invece ostinatamente la rifiuta; esattamente come il pubblico e la critica rifiutarono il film. Nella sua imperfezione è invece un orfano che, al pari di Truffaut, possiede un immenso talento.
(M.Z.)

Approfondimenti

La recensione di “Sentieri Selvaggi“.

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IL MARCHESE DEL GRILLO (1981, 139 min) di Mario Monicelli
[disponibile su Rakuten Tv]

In Ecce bombo Nanni Moretti che interpreta il suo Alter Ego Michele Apicella se la prende con un avventore in un bar che ha detto «Rossi o neri… tutti uguali» e scatta: «Ma che siamo in un film di Alberto Sordi, eh? Te lo meriti Sordi, te lo meriti» urlando mentre viene accompagnato fuori dal bar. Che tra Moretti e Monicelli ci fosse un abisso ne abbiamo una prova splendente nel documento disponibile su Rai Play Match – Domande incrociate, il programma di Alberto Arbasino che, per mezz’ora contrappone un giovane Nanni Moretti al ‘vecchio’ Monicelli. Una vera delizia che potete usare come doppio programma per godervi, ancora di più Il Marchese del Grillo, protagonista Alberto Sordi, realizzato quattro anni dopo, mega produzione resa possibile dalla Gaumont che era sbarcata in Italia e di cui questo film fu uno dei pochi successi della tragica esperienza italiana. Monicelli, viareggino, ma romano d’adozione per 75 anni, fa un ritratto di Roma che, sotto alla superficie di commedia, va molto in profondità, mostrando lo scontro tra vecchio e nuovo, che a distanza di quant’anni resta il male irrisolto della nostra capitale. Motore del film è il Marchese del Grillo, duca di Bracciano, semi immaginario nobile della Roma papalina di inizio Ottocento, che assiste all’arrivo delle truppe napoleoniche. Sordi, che interpreta due personaggi, per l’ultima volta è immenso. Colto e volgare, cinico e umano, crudele e generoso è l’essenza stessa di un’italianità arrogante, gaudente e sorniona. Cast d’eccezione, sceneggiatura spumeggiante con molte battute memorabili tra le quali «Mi dispiace, ma io so’ io e voi non siete un cazzo!» ripresa da un sonetto di Gioacchino Belli. Poco considerato dalla critica è uno dei molti capolavori di Monicelli.
(G.L.F.)

Approfondimenti

La cartolina di una serata in Piazza Maggiore (con dichiarazione di Monicelli e una nota di Steve della Casa); la Roma del Marchese del Grillo; il match Monicelli vs Moretti (arbitra Arbasino); su Ray Play: Incontri ravvicinati con Mario Monicelli e un omaggio al maestro.

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Selezione titoli, commenti e approfondimenti a cura di Alessandro Cavazza, Roberto Chiesi, Gian Luca Farinelli, Andrea Ravagnan e Michela Zegna.