Fuori Cinema | Film in TV (ma da vedere) _ sabato 9 maggio
In prima serata scontro al vertice tra il nostro avanspettacolo (Mario Monicelli-Totò- Anna Magnani) e il musical americano (Howard Hawks-Marilyn Monroe-Jane Russell). E per chi ha voglia di far tardi (ma non poi tardissimo) uno Scorsese in gran forma.
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RISATE DI GIOIA (1960, 106 min) di Mario Monicelli
[Rai Storia (canale 54), ore 21.10]
Il capolavoro sottostimato di Monicelli. La Cineteca di Bologna lo ha restaurato nel 2013 in collaborazione con la Rai (ed è questa la versione che si potrà vedere stasera). Una notte di capodanno a Roma, Anna Magnani con uno spiumato boa di struzzo, Totò con il suo vecchio frac (e Ben Gazzara, compagno astuto nell’arte di arrangiarsi). Cercano compagnia, cercano d’infilarsi in tavolate che li rifiutano, cercano di sopravvivere. Scoprono che ciascuno dei due ha solo l’altro, e non è un granché. Ultime scintille dell’avanspettacolo che scompare, commedia esistenziale. Irresistibile, amarissimo. Un’opera da riscoprire, nemmeno all’epoca ebbe il successo sperato e previsto. Resta l’unico incontro di Magnani e Totò, lei si chiama Gioia e porta sul set le sue irripetibili risate d’angoscia, lui “si rinchiude in se stesso, la sua interpretazione diventa distaccata, quasi elegante” (Alberto Anile). Davvero: un capolavoro.
(P.C.)
Approfondimenti
Lo speciale sul sito del ‘Cinema Ritrovato al cinema‘; alcuni articoli usciti al tempo della lavorazione del film; Mario Monicelli sul film; Lello Bersani intervista i protagonisti alla radio.
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GLI UOMINI PREFERISCONO LE BIONDE (Gentlemen Prefer Blondes, 1953, 91 min) di Howard Hawks
[Paramount Network (canale 27), ore 21.10]
Seconda e ultima commedia musicale di Hawks dopo Venere e il professore. Nella commedia – e la commedia musicale non è qui per Hawks che una commedia ravvivata da continui intermezzi dove i personaggi commentano con non poco distacco i loro desideri e le loro ossessioni – Hawks vede soprattutto l’occasione di satireggiare alcuni tic, alcune tare fra le più meccaniche e le più diffuse nella società. Nel film sono allineati in ordine come in un cassetto. La ninfomania tranquilla di Dorothy, la cupidigia ragionata di Lorelei non generano nessun conflitto tra le due amiche perché, da buone maniache quali sono, si interessano esclusivamente ad un aspetto molto particolare della realtà e ignorano superbamente il resto. Hawks infilza sullo schermo come farfalle in un quadro la mostruosità di ognuna di loro, luminosa di evidenza e semplicità. Il tono hawksiano è altrettanto estraneo, nella sua asciuttezza, al disprezzo come alla compassione o alla connivenza nei confronti dei personaggi. Questa asciuttezza, che è per Hawks la ricerca della distanza esatta a partire dalla quale si può stigmatizzare una mania, un’ossessione, un vizio senza indignarsi né sporcare chi ne sia la preda, non è mai stato più classica, più serena, più espressiva che in questo film.
(Jacques Lourcelles dal catalogo del Cinema Ritrovato 2011)
Approfondimenti
La sezione dal catalogo del Cinema Ritrovato 2011 dedicata a Howard Hawks.
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LA CACCIA (The Chase, 1966, 135 min) di Arthur Penn
[La7 (canale 7), ore 21.15]
Negli anni immediatamente successivi all’assassinio di Kennedy, la fuga di Bubber Reeves (Robert Redford) dal penitenziario dove era stato rinchiuso forse ingiustamente e il suo ritorno, un sabato sera, a Tarl, la piccola cittadina texana di cui è originario, scatenano l’odio, il razzismo e la violenza degli abitanti abbruttiti e eccitati dall’alcool. Lo sceriffo Calder (Marlon Brando) tenta di evitare il linciaggio di Bubber, anche a costo di esporsi alla brutalità della folla. Uno dei film più sfortunati e tormentati di Arthur Penn che, dopo le riprese, venne estromesso dal montaggio da parte del produttore Sam Spiegel. Questi fece attenuare la sequenza del pestaggio dello sceriffo e eliminare alcune invenzioni improvvisate da Brando, tanto che quest’ultimo, il regista e la sceneggiatrice Lilian Hellman (autrice di Piccole volpi e La calunnia) sconfessarono il film. Nonostante gli abusi della produzione, lo stile di Penn e la sua visione (basata su una drammatica contrapposizione fra l’individuo e le dinamiche repressive della società) in buona parte hanno resistito alle manomissioni e il film mantiene il carattere di pamphlet che traccia un quadro emblematico dell’America del profondo sud, come una sentina di tradimenti, vizi e corruzione, dove può covare una furia incontrollata e delirante. Tratto da una pièce e da un romanzo di Horton Foote. Cast eccellente: oltre a Brando e a Redford, annovera anche Jane Fonda, E. G. Marshall, Angie Dickinson, Janice Rule, Miriam Hopkins, Robert Duvall e James Fox.
(R.C.)
Approfondimenti
Recensione d’epoca di “Variety” (in inglese); testo di Paolo Mereghetti per Il Cinema Ritrovato 2016; intervista video a Arthur Penn sui problemi del film (2005) (in inglese).
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I CENTO PASSI (2000, 114 min) di Marco Tullio Giordana
[Sky Cinema Due (canale sky 302), ore 21.15]
Vita impavida e morte per assassinio mafioso del giovane Peppino Impastato, che nella siciliana Cinisi degli anni Settanta, dalle onde d’una radio libera, affrontò le cosche, le connivenze, le corruzioni, le complicità omertose e gli atti truci di un sistema di potere arcaico e all’apparenza inattaccabile. I cento passi sono quelli che separano la casa di Impastato dal palazzo di Tano Badalamenti, che ne ordinò l’esecuzione. Un racconto italiano preciso, militante, utile; senza sottrarsi ai modi d’una funzionale retorica, Marco Tullio Giordana si sintonizza con lo sdegno civile del ‘paese migliore’. Veramente bravo Luigi Lo Cascio, negli anni in cui il cinema italiano sembrava non poter fare a meno di lui.
(P.C.)
Approfondimenti
Un’intervista al fratello di Peppino Impastato, Giovanni e un servizio giornalistico d’epoca, sempre con la testimonianza di Giovanni.
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GANGS OF NEW YORK (2002, 170 min) di Martin Scorsese
[Rai Movie (canale 24), ore 23]
C’è una vendetta (covata per anni), ci sono il doppio gioco, il tradimento, la prepotenza che sfocia nella violenza più estrema, insomma ci sono tutti gli elementi cardine della drammaturgia scorsesiana, che qui si esprime ancora una volta magistralmente nel suo equilibrio tra tensione narrativa e meditazione filosofica.
Scorsese ci offre una rappresentazione brutalmente barbarica della nascita di una nazione, fondata su poche basi essenziali, la violenza e il sopruso: eppure capace, se lo sguardo volge al futuro, di superare lo stretto perimetro di una legge animalesca e di far apparire all’orizzonte la speranza del suo superamento.
(A.R.)
Approfondimenti
Il film è stato girato a Cinecittà. Poco prima delle riprese del film, un Daniel Day-Lewis in crisi con lo star system hollywoodiano, era “rifugiato” a Firenze a fare il calzolaio. La testimonianza della padrona della bottega sui suoi incontri con Scorsese, per convincerlo ad accettare la parte di Bill The Butcher. Il film si ispira al libro di Herbert Asbury del 1927, già apprezzatto da Jorge Luis Borges.