Fuori Cinema | Film in TV (ma da vedere) _ sabato 11 aprile
Prima cinquina di consigli, commenti e approfondimenti del weekend pasquale: le nostre proposte sul palinsesto televisivo di sabato 11 aprile.
I RAGAZZI DI VIA PANISPERNA (1988, 180 min) di Gianni Amelio
[Rai Storia (canale 54), ore 21.10]
Bertrand Russell definì la storia dei giovani fisici che nella fascistissima Roma di metà anni Trenta posero le basi dell’era atomica “un’altissima tragedia, più appassionante di qualunque altra fiction inventata o immaginata”. Insomma il potenziale romanzesco era già servito, ma Amelio, con il fondamentale contributo di Vincenzo Cerami alla sceneggiatura, è abilissimo nell’amplificarlo, sfuggendo alle secche della pura documentazione, in un racconto corale in cui si fondano passione e calcolo, intuizione e ragione, eccesso e misura, amicizia e rivalità. E in cui spicca il tormentato rapporto edipico tra Enrico Fermi (Ennio Fantastichini in uno dei suoi ruoli più incisivi), il ‘Papa’, l’accademico d’Italia, il razionale e pragmatico empirista, e il teorico Ettore Majorana, eroe romantico per eccellenza, introverso e tormentato genio ribelle che, intuendo il potenziale distruttivo della scissione dell’atomo, finirà travolto da una spirale autodistruttiva, fino alla misteriosa scomparsa. Notevoli il gusto e la cura nella ricostruzione storica e d’ambiente (la retorica di regime, il confronto-scontro con il ‘mito’ Marconi) e le musiche originali di Ritz Ortolani. Il film, concepito per la televisione, fu trasmesso dalla Rai in due puntate e successivamente distribuito in sala in una copia brutalmente sforbiciata.
(A.C.)
Approfondimenti
La recensione su “Cineforum”; su Rai Play, le puntate di Il tempo e la storia e Italiani così dedicate ai ragazzi di via Panisperna, e quella di Italiani sul mistero Majorana.
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SCUSATE IL RITARDO (1983) di Massimo Troisi
[Cine 34 (canale 34), ore 21.10]
Al successo di Ricomincio da tre (1981), Troisi oppone un film in cui già dal manifesto s’intuisce che la musica è cambiata; lo si vede sotto una pioggia battente, fradicio, con un atteggiamento del corpo e un’espressione del viso che mostrano tutto il suo disappunto. Si rifà ad una delle scene più comiche in cui Massimo Troisi (Vicenzo Rocco) e Lello Arena (Tonino) duettano verbalmente in un ‘cantando sotto la pioggia’ tutto napoletano.
Vicenzo, un disoccupato annoiato e ipocondriaco che vive in casa con la madre, la sorella Patrizia e il fratello Alfredo, non fa che opporre agli stimoli che gli arrivano dall’esterno, una serie di monologhi (di un umorismo sublime) travestiti da dialoghi che riconducono inevitabilmente l’attenzione su di sé e sul proprio stato di malessere. L’amore per Anna (Teresa De Sio) sembra l’unico elemento capace di trascinarlo fuori dall’inerzia in cui si dibatte. Ha la meglio la sua malinconica ritrosia che alla battuta della fidanzata “Se devo essere sincera…” risponde “No e pecché… mi puoi pure dire una bugia…”.
(M.Z.)
Approfondimenti
Una recensione su Sentieriselvaggi.it; Lello Bersani intervista Troisi sul successo del film.
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HURT LOCKER (2008, 135 min) di Kathryn Bigelow
[Rai Movie (canale 24), ore 23.10)]
La bomba al cinema è un argomento molto interessante. Quando non è ancora esplosa, ci ricorda che la partita per noi si può chiudere in qualsiasi momento. Se poi ha anche un timer, il concetto si fa ancora più chiaro: prima o poi quel punto zero è destinato a prenderci e portarci via. Non siamo dei grandi fan delle metafore al cinema, ma stavolta dobbiamo fare un’eccezione: la bomba sta lì a spiattellarci la nostra inesorabile posizione sull’orlo del precipizio. Ora sei vivo, tra un secondo chissà. Una coscienza che in guerra si fa decisamente più acuta. La bellezza tragica del film di Kathryn Bigelow (6 Oscar pesanti) sta in gran parte nella sua determinazione a rendere questa consapevolezza pulsante in ogni singola inquadratura. Non c’è analisi storico-politico-sociologica, non c’è presa di posizione, non c’è eroismo, in fin dei conti non c’è nemmeno il conforto di un intreccio. Tutto è legato a un filo: se tagli quello sbagliato, salti per aria.
(A.M.)
Approfondimenti
Intervista alla regista e allo sceneggiatore e il dietro le quinte.
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TIMBUKTU (2014, 96 min) di Abderrahmane Sissako
[Rai 3, ore 1.20]
La città del Mali vive sotto il terrore instaurato dai jihaidisti e una coppia di coniugi dovrà affrontare la loro legge spietata. Ispirandosi alla storia realmente accaduta e misconosciuta di una lapidazione pubblica cui furono condannati due sposi, Abderrahmane Sissako fonde magistralmente documentario e finzione per raccontare dall’interno l’orrore della Jihad, cui contrappone con grande forza poetica la luce e la bellezza dei paesaggi di Timbuctù (ricostruita a Oualata, città della Mauritania).
(R.C.)
Approfondimenti
Critica del film di “Sight & Sound” (in inglese), il sito ufficiale del film e un’intervista video a Abderrahmane Sissako (con sottotitoli in inglese).
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LA CASA DEI NOSTRI SOGNI (Mr. Blandings Builds His Dream House, 1948, 94 min) di Henry C. Potter
[Rai Movie (canale 24), ore 5.25]
C’è un momento in cui le commedie americane si chiudono entro le mura di casa. Quel momento sono gli anni Quaranta. Prima c’erano state belle magioni da cui però fuggire, a piedi, in auto, in treno, in greyhound o in piroscafo, verso svitate e sofisticate avventure. Poi sarà la guerra, la separazione delle famiglie, la cognizione del dolore, ma insomma la casa diventa il vero bene-rifugio, il miglior orizzonte pensabile. Ne sa qualcosa il pubblicitario Mr. Blandings, travolto nella ristrutturazione senza fine d’una nuova dimora nel Connecticut, tra equivoci familiari e incidenti governati dalla mano di H.C. Potter, il regista di Helzapoppin’. Cary Grant e Mirna Loy sono una coppia fantastica, e portano con sé un po’ dell’olimpica stravaganza dei loro ruoli anni Trenta; la posta in gioco è la definizione identitaria della nuova borghesia americana, perseguita fin nel dettaglio (impagabile la scena in cui lei discetta di sfumature cromatiche con rudi imbianchini di campagna). Infine ci troviamo tutti, compresa la geniale domestica nera, felicemente installati nella nostra dream house. Perché, come aveva stabilito Dorothy-Judy Garland quasi dieci anni prima nel Mago di Oz, “nessun posto è bello come casa mia”.
(P.C.)
Approfondimenti
La recensione di Bosley Crowther sul “New York Times”; un articolo di Eric Hodgins, l’autore del romanzo, su “Life”; la storia del film su AFI Catalogue. Promozione in grande stile: la casa dei sogni diventa realtà (grazie a General Electric) e un clone da visitare; l’adattamento radiofonico della NBC introdotto da H.C. Potter.
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