Fuori Cinema | Film in TV (ma da vedere) _ giovedì 16 aprile
La selezione di oggi si apre con due splendide protagoniste del cinema internazionale: la misteriosa Isabelle Huppert, diretta da Verhoven, e l’enigmatica Charlotte Rampling, in un film di Ozon da rivalutare. C’è spazio poi per un noir a sfondo western firmato da Lanfiled e un “Medioevo da miniatura” targato fratelli Taviani. Chiude la cinquina una proposta per la prima mattina di venerdì, con la vena cinica e disillusa di Dino Risi e un grande Ugo Tognazzi.
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LA CITTÀ DELLA PAURA (1948, 90 min) di Sidney Lanfield
[Rai Movie (canale 24), ore 12.50]
Un bell’esempio di incrocio di generi, dove il noir tesse le sue trame su un roccioso sfondo western. Dick Powell, che quattro anni prima era stato Marlowe nell’Ombra del passato, entra nel saloon gestito da Jane Greer, che solo l’anno prima era stata la più crudele delle dark ladies in Le catene della colpa: e come il genere insegna, il passato conta. Lui è un investigatore dell’esercito, mandato nel West dei cercatori d’oro per far luce sull’omicidio di due portavalori della cavalleria. Il paesaggio è arido, il clima torbido, l’attrazione fatale. In un piccolo, ironico ruolo di coscienza canterina debutta Burl Ives (sarà il magnifico patriarca morente della Gatta sul tetto che scotta), Agnes Moorehead della ‘banda’ Welles è una texana dagli occhi di ghiaccio, ben decisa a far valere i suoi diritti di donna possidente. Insomma tutto è buona, ordinaria amministrazione hollywoodiana ed è qualcosa di più. Vale una rilassata visione.
(P.C.)
Approfondimenti
Profili: di Dick Powell e del regista; un volume sul noir western.
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ELLE (2016, 130 min) di Paul Verhoven
[Rai Movie (canale 24), ore 21.10]
Ci sono paesi, come la Danimarca, che hanno sempre avuto grandi registi, poi ce ne sono altri che, misteriosamente, hanno dato un modesto contributo all’arte del cinema. Tra questi spicca l’Olanda. Sfugge a questa regola Paul Verhoeven, il più popolare regista dei Paesi Bassi, autore a Hollywood di successi come RobCoop, Total Recall, Basic Instinct. Nato ad Amsterdam nel 1938, cresciuto sotto l’occupazione tedesca, la sua infanzia è segnata dai bombardamenti e delle fucilazioni sommarie a cui assiste, forse per questo, i mondi che racconta nei suoi film somigliano, spesso, all’inferno. Alcuni critici hanno paragonato la sua crudeltà a quella di un altro fiammingo, Hyeronimus Bosch. Anche in Elle Verhoven racconta di come una donna può ribaltare la crudeltà di cui è vittima predestinata e trova in Isabelle Huppert l’interprete perfetta, armata come sa essere di una rigidità piena di energia e di una sottigliezza infinita, qualità di cui possiede il brevetto e che le hanno valso il Golden Globe 2017.
(G.L.F.)
Approfondimenti
Antologia della critica italiana; un’analisi su CinefiliaRitrovata.it; il pressbook con interviste a Paul Verhoeven e Isabelle Huppert; incontro con Verhoeven al Lincoln Film Center; conferenza stampa a Cannes 2016; le vittorie ai Golden Globe di Verhoeven e Huppert.
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SWIMMING POOL (2003, 110 min) di François Ozon
[Rai Movie (Canale 24), ore 23.30]
La luce della Provenza, una villa con piscina, una scrittrice inglese di gialli che vuole cambiare genere, una ragazza esuberante e disinibita, più fragile di quel che sembra: François Ozon chiude in un teatro di ambiguità due personaggi di età diverse (la felina, inquietante Charlotte Rampling e la sensuale Ludivine Sagnier) e mostra il vampirismo che il più vecchio attua sulla vita e l’identità del più giovane, riprendendo l’angolazione soggettiva di Sotto la sabbia in chiave perversa e in un clima di minaccia latente. Sottovalutato dalla critica dell’epoca, da riscoprire.
(R.C.)
Approfondimenti
Analisi del film (dal volume François Ozon di AA.VV., ed. Bietti 2016); sequenze tagliate; Francois Ozon, Charlotte Rampling e Ludivine Sagnier al festival di Cannes 2003 per la presentazione del film.
Inoltre, intervista video a Francois Ozon di Pierre Murat (“Télérama”) sui problemi di censura di Swimming Pool e dei suoi film all’estero.
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MERAVIGLIOSO BOCCACCIO (2015, 120 min) di Paolo e Vittorio Taviani
[Rai Movie (canale 24), ore 1.20]
Due opere diversamente fondative della nostra letteratura sono ambientate durante un’epidemia. E se la peste manzoniana dei Promessi sposi è solo uno dei mezzi della Provvidenza, nell’opera di Boccaccio il diffondersi della malattia è l’espediente narrativo che fa da collante alle storie del suo Decamerone. Nel Medioevo da miniatura rievocato dai Taviani, la cornice è importante tanto quanto, o forse più, del quadro. Il gruppo di giovani che lascia Firenze decide di fuggire, più che dal morbo, dal modo in cui il mondo ha reagito ad esso: dalla paura, dalla rabbia, dal rifiuto, dalla violenza, dalla mancanza di umanità, di solidarietà, d’amore. Ed è per questo, forse, che le novelle scelte dai Taviani sono solo quelle in cui l’amore resiste a qualsiasi impedimento e costrizione, anche alla morte. Dopo aver accettato le regole e le limitazioni (ma anche la rassicurante protezione) dell’isolamento, questi ragazzi ritrovano attraverso il racconto la voglia di vivere e la forza di affrontare quello che ci sarà dopo. Ignoto e un po’ spaventoso, ma migliore di qualsiasi fuga. Un’opera profetica? Forse solo la testimonianza, a guardaci bene indietro, che ci siamo già passati.
(G.D.S.)
Approfondimenti
Recensioni del film; intervista a Paolo Taviani su Coomingsoon.it; intervista a Paolo e Vittorio Taviani.
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Nella prima mattina di venerdì:
LA STANZA DEL VESCOVO (1977, 110 min) di Dino Risi
[Rai Movie (Canale 24), ore 8.55]
Fra il gotico “veneziano” di Anima persa e i feroci Nuovi mostri, Dino Risi adattò un romanzo di Piero Chiara ambientato in una sontuosa villa sul Lago Maggiore nel 1946, dove un giovane benestante viene attirato in un velenoso ménage a tre con delitto. Dopo un avvio condotto nel registro brillantemente perfido della commedia all’italiana, il racconto assume le tinte noir, un genere che si addice alla vena cinica e disillusa di Risi e alla maschera comica e tragica del grande Tognazzi. Trionfale successo di pubblico, più controversa l’accoglienza della critica, che non sempre apprezzava le contaminazioni di genere.
(R.C.)
Approfondimenti
Antologia della critica italiana e il documentario su Piero Chiara della Televisione Svizzera.
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