Fuori Cinema | Film in TV (ma da vedere) _ martedì 21 aprile
Nella giornata in cui celebriamo il 75° anniversario della Liberazione di Bologna, ricordiamo naturalmente il nuovo film di Paolo Soglia e Lorenzo K. Stanzani, The Forgotten Front. La Resistenza a Bologna, disponibile proprio da oggi in streaming. Ma è ben ricco anche il palinsesto televisivo, tra classici italiani e americani (Frank Capra, Sam Peckinpah, Francesco Rosi) e incursioni del cinema dei nostri anni Dieci, da Cronenberg a Luchetti.
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SFIDA NELL’ALTA SIERRA (Ride the High Country, 1962, 94 min) di Sam Peckinpah
[Rete 4 (canale 24), ore 17; disponibile su Chili]
Altro che ferrovia: il west di inizio Novecento in cui Peckinpah ambienta la sua opera seconda è ormai lambito dalle prime automobili. È un intero mondo che sta tramontando, insieme ai suoi valori, i suoi eroi e la sua epica. Ma c’è spazio per un’ultima avventura: Judd, un attempato ex-sceriffo (Randolph Scott, qui all’atto conclusivo di una quarantennale carriera trascorsa per lo più a cavallo), incaricato di scortare un carico d’oro, recluta per l’impresa il suo vecchio e frustrato vice e un giovane squattrinato, che subito maturano il proposito di metter le grinfie sul malloppo. A complicare i piani una bella e incauta quacchera che scatena l’inseguimento di cinque brutali fratelli. Resa dei conti finale da antologia, come memorabile per efferatezza e crudo realismo la sequenza di un immondo matrimonio consumato in un saloon da girone infernale. Splendidamente fotografato in CinemaScope, un western crepuscolare e malinconico “che anticipa il cinema della nostalgia della New Hollywood. L’età che incalza, il passato che ritorna, la volontà di riscattarsi, la stretta adesione alla parola data sono tutti marchi di fabbrica che ritroveremo di lì a qualche anno nelle opere di non pochi esordienti americani” (Franco La Polla). Pur massacrato al montaggio e distribuito in America nei circuiti di serie B, il film conobbe soprattutto in Europa un successo clamoroso, inaugurando il culto cinefilo per un autore destinato a diventare leggenda.
(A.C)
Approfondimenti
La storia del film dal catalogo AFI; un saggio di Franco La Polla sul cinema di Peckinpah; uno speciale sul regista con un’analisi del film su “OndaCinema”; recensione d’epoca di Bosley Crowther sul “New York Times”; il documentario Sam Peckinpah, Man of Iron.
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ANGELI CON LA PISTOLA (Pocketful of Miracles, 1961, 136 min) di Frank Capra
[Tv2000 (canale 28), 21.15]
Apple Annie da sempre vende mele a un angolo di Times Square. Con i risparmi d’una vita cenciosa ha mantenuto la figlia in un collegio di lusso. Il ritorno della signorina, convinta che la madre sia una lady d’ampi mezzi, rischia di smascherare l’amorosa menzogna; ma è Natale, c’è la neve e siamo per l’ultima volta in un film di Frank Capra, dunque una combriccola di gangster dal cuore d’oro provvede ad allestire un fior di messinscena. Poco più che sessantenne, Capra chiude qui una carriera prodigiosa e influente quanto nessun’altra nel plasmare un’autopercezione e una mitologia nazionale. Omaggio al proprio mondo perduto di buoni sentimenti e sottaciute amarezze (il film è il remake di Lady for a day, 1933), favola d’una vecchia Cenerentola il cui incantesimo durerà davvero solo un giorno (ma giunti a questo punto, che senso avrebbe chiedere di più?), Angeli con la pistola è un film divertente e commovente, ed è un film strano, teatrino familiare e colorito tableau vivant. Tra i magnifici attori d’un tempo passato, Bette Davis Glenn Ford Edward Everett Horton, s’affacciano Peter Falk e la collegiale Ann-Margret, che Capra consegnava al cinema e al suo futuro di sogno erotico anni Sessanta.
(P.C.)
Approfondimenti
Un’analisi di Lorenzo Ciofani; Peter Falk parla dell’incontro con Capra; Emanuela Martini su Frank Capra a “WikiRadio”; il profilo del regista dall’Enciclopedia del cinema Treccani.
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A DANGEROUS METHOD (2011, 99 min) di David Cronenberg
[Cielo, ore 21.15]
Il metodo pericoloso, come da titolo originale del libro di John Kerr su cui il film pone le sue basi, è la talking cure, la conversazione terapeutica che si stabilisce tra paziente e psichiatra. Materia scivolosa, scabrosa, multiforme e ambigua: materia cronenberghiana. Il grande canadese tesse i fili d’una relazione intellettuale di quelle che hanno plasmato la coscienza del Novecento, la relazione tra Freud, il maestro, e Jung, allievo devoto e angelo ribelle: tra loro la giovane e bellissima Sabina Spielrein, sedotta e seduttrice di Jung, che dalla condizione di psicotica passa in un soffio a quella di psicoanalista (tra le prime donne a praticare il mestiere). C’è da meditare? Da tremare? Da trattenere il respiro? Cronenberg ricostruisce con livida trasparenza un angolo di tempo e di mondo (Vienna e Zurigo, primi anni del secolo scorso), parla di corpi e di psiche. Non fosse il film di uno dei massimi cineasti viventi, basterebbe il trio d’attori a rendere irresistibile questo metodo: Viggo Mortensen, Michael Fassbender e Keira Knightley, seduttrice acerba e furente.
(P.C.)
Approfondimenti
Il pressbook con la storia del film e i profili degli interpreti; un’antologia della critica italiana; dietro le quinte; Master-class di David Croneberg alla Biennale Cinema; Freud e Jung al cinema.
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UOMINI CONTRO (1970, 101 min) di Francesco Rosi
[Cine 34 (canale 34), ore 22.58]
L’immagine dei soldati, bardati delle inutili corazze Farina e inviati a tagliare i reticolati, sotto il fuoco nemico, con cesoie che non funzionano, è emblematica della follia della guerra e del militarismo di cui Rosi denuncia, in questo film vigoroso e sincero, l’attitudine criminale a sfruttare le classi più umili, sottomesse e ignare. Ambientato sulla piana di Asiago, liberamente ispirato al romanzo Un anno sull’altipiano di Emilio Lussu, scritto da Tonino Guerra e Raffaele La Capria, distrugge la paccottiglia retorica sulla Grande Guerra mostrando l’orrore del conflitto nelle trincee e condensando l’ottusità spietata delle alte gerarchie nel personaggio del generale Leone (un grande Alain Cuny), cui si contrappone lo sfortunato tenente Ottolenghi (Volonté). Fotografia livida e luci grigie e brumose di Pasqualino De Santis.
(R.C.)
Approfondimenti
Antologia della critica dell’epoca; trascrizione della conferenza-stampa di Francesco Rosi alla Mostra del cinema di Venezia 1970 per la presentazione del film (in francese) e un’intervista a Francesco Rosi sul film.
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ANNI FELICI (2013, 106 min) di Daniele Luchetti
[Rai Movie (canale 24), ore 1.05]
Non è facile raccontare la propria infanzia e i propri genitori senza scadere nel sentimentalismo, o nel vittimismo. C’è riuscito Daniele Luchetti con Anni Felici, titolo che porta con sé qualcosa di vero e qualcosa di ironico, visto che quelli che ci mostra sono anni di scontri, di tensioni, di ricatti tra Guido, artista che cerca in tutti i modi di essere d’avanguardia senza riuscirci, e Serena, moglie possessiva e madre distratta alle soglie di una nuova presa di coscienza. Luchetti li guarda con quel misto di tenerezza e ferocia, di amore e odio, di chi è riuscito, trasfigurandolo attraverso il cinema, a riappacificarsi, almeno in parte, con il proprio passato. Siamo nella Roma del 1974, ma la Storia resta sullo sfondo, a contare è la dimensione privata. La voce fuori campo è quella di Luchetti adulto, lo sguardo è quello di Daniele bambino, costantemente ignorato, insieme all’irresistibile fratellino, da due genitori che sono concentrati solo su se stessi. La scena che chiude il film è il suo grande momento di rivalsa, l’unico in tutta la vita in cui è riuscito ad attirare la loro attenzione.
(G.D.S.)
Approfondimenti
Recensioni; intervista a regista e interpreti; il backstage del film.
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