Fuori Cinema | Film in TV (ma da vedere) _ lunedì 11 maggio
Ci sarà un po’ di pubblicità, ma i grandi classici la rendono sopportabile: oggi godetevi Liz Taylor e Paul Newman in La gatta sul tetto che scotta. Ma il palinsesto è pieno di belle cose, per chi non avesse ancora visto Il traditore di Bellocchio (su Sky) o volesse recuperare un Almodóvar d’annata.
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IL TRADITORE (2018, 153 min) di Marco Bellocchio
[Sky Cinema Due (canale sky 302), ore 13.10]
Quando, nei primi anni ’80, inizia la guerra fra le famiglie della mafia palermitana per il controllo del traffico di droga, Tommaso Buscetta (1928-2000), figura di secondo piano, lascia la Sicilia per fare i propri affari in Brasile. Ma dopo una falsa riconciliazione per la festa di Santa Rosalia, Totò Riina, capo dei corleonesi, non si fa scrupoli a far uccidere anche i due figli di Buscetta che viene arrestato in Brasile ed estradato in Italia. Decide quindi di collaborare con il giudice Giovanni Falcone e le sue rivelazioni consentono di identificare molti uomini di Cosa Nostra e di ricostruirne l’organizzazione nel corso del Maxi-Processo che vede 475 imputati. Nel 1992 Riina fa uccidere Falcone e Borsellino, quindi viene arrestato. Buscetta accusa Giulio Andreotti che finisce anch’egli sotto processo (ma ne uscirà assolto). Terzo capitolo di un’ideale trilogia sulla storia italiana del ‘900, dopo Buongiorno, notte (2003) e Vincere (2009), il film di Bellocchio è un potente, vivido affresco che, attraverso il ritratto di Buscetta (magistralmente interpretato da Favino), sviscera la fenomenologia mafiosa nella sua natura di mostruosa entità familiare che assoggetta e, nel caso, divora i figli. I nodi, come sempre nel cinema di Bellocchio, sono da cercare nelle dinamiche patologiche, irrazionali e crudeli fra gli appartenenti ad un consesso avvinghiato in legami di sangue. Bellissima la ricostruzione del processo di Palermo, con i mafiosi calati in una dimensione manicomiale e la loro violenza impotente svelata dalle telecamere di sorveglianza. Memorabile e senza ambiguità la raffigurazione di Andreotti come corpo emblematico di un potere mostruoso e corrotto. Significativo successo di critica e pubblico.
(R.C.)
Approfondimenti
Antologia della critica italiana; sito ufficiale del film; Marco Bellocchio presenta il film al festival di Cannes e racconta una scena del film.
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LA GATTA SUL TETTO CHE SCOTTA (Cat on a Hot Tin Roof, 1958, 94 min) di Richard Brooks
[Rete 4 (canale 4), ore 16.50]
Paul Newman sta tutto il tempo in camera da letto, a bere e masticare sarcasmo, e meno male perché è così bello che, se uscisse per strada, manderebbe a sbattere contro i pali. Però non vuol far l’amore con la moglie, e se la povera Liz Taylor è tanto nervosa si può ben capire perché. La spiegazione dell’arcano è o francamente ridicola o francamente omosessuale, ma chisseneimporta, tutto finisce come deve.
Nel frattempo Liz la gatta ha avuto modo di sbattere in faccia al mondo un fatto incontrovertibile: “La verità fa schifo come le bugie”.
Burl Ives è il patriarca che prima di morire vuole vivere ancora (stesso ruolo che aveva avuto nella leggendaria messinscena di Broadway). Da Tennesse Williams, Richard Brooks dirige un dramma del Sud colorato, claustrofobico, elettrico, molto hot, irresistibile.
(P.C.)
Approfondimenti
Un approfondimento dal “Guardian”.
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I MOTORIZZATI (1962, 90 min) di Camillo Mastrocinque
[Rai Movie (canale 24), ore 19.25]
L’automobile, status symbol del boom economico, e il corollario d’abitudini e manie che ha introdotto nella vita dell’italiano medio sono il bersaglio della commedia a episodi firmata da Camillo Mastrocinque nello stesso anno del Sorpasso. Un’esile cornice narrativa – la campagna anti-motori del vincitore di una Fiat 600 (Alberto Bonucci) che scopre che la targa 1.000.000 corrisponde ad altrettante autovetture immatricolate a Roma – dà avvio ai racconti: Franca Valeri e Aroldo Tieri sfoggiano una Cadillac al di sopra delle loro possibilità con esiti tragicomici; Ugo Tognazzi, suggestionato da un film horror (è La maschera del demonio di Bava), tinge di nero un banale scambio d’auto; Nino Manfredi è l’impiegato ossessionato dalla cura della macchina a cui il capo chiede di simulare un incidente; Walter Chiari il fidanzato cui l’auto impedisce d’incontrare i futuri suoceri. E ci sono pure Franco e Ciccio, maldestri ladri siciliani nel caotico traffico romano. Tra satira leggera e avanspettacolo, si segnala per le professionalità coinvolte: oltre al cast, la sceneggiatura di Castellano e Pipolo, le musiche di Ennio Morricone (incluse le canzoni Twist dei vigili e Corri corri, scritte da Luciano Salce e cantate da Edoardo Vianello e Gianni Morandi) e i titoli di testa disegnati da Attalo. Dell’anno successivo la declinazione al femminile Le motorizzate, di Marino Girolami.
(A.A.)
Approfondimenti
Il film a episodi in Italia; documentario Rai sull’Italia del boom.
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PARLA CON LEI (Hable con ella, 2002, 112 min) di Pedro Almodóvar
[Cielo (canale 26), ore 21.15]
Hable con ella ripete il miracolo di Todo sobre mi madre, ovvero far piangere un pubblico non selezionato sulle tragedie esistenziali di transessuali infelici e suore incinte, infermieri stupratori e sessuomani incalliti. Meno rabbioso di un tempo, Almodóvar ha saputo depositare gli elementi “freak” del suo cinema in opere d’autore sempre più ricche e opulente. Il sentimentalismo è la forma di comunicazione più sincera di fronte ai personaggi, che il regista ama uno per uno. Imperdibile il viaggio onirico di Benigno – omaggio al muto (italiano) – sul corpo nudo e gigante di Paz Vega. Immagini che non si dimenticano.
(R.M.)
Approfondimenti
La recensione di Natalia Aspesi all’uscita del film.
Dai cataloghi delle piattaforme online
L’AMICA GENIALE – episodi 4, Il bacio, e 5, Il tradimento (2020) di Alice Rohrwacher
[Disponibile su Raiplay]
A fine gennaio è partita la seconda stagione dell’Amica geniale, serie che ha tutto di straordinario, i libri da cui è tratta, l’enormità della produzione RAI e HBO, il fatto che, per la prima volta, la televisione americana ha realizzato e messo in onda un prodotto in lingua italiana. Trai molti meriti del regista, Saverio Costanzo, c’è l’aver saputo realizzare una megaproduzione con l’occhio e la mano dell’autore, impresa rarissima nel nostro paese. Nella nuova stagione Costanzo affida due episodi chiave del racconto, l’estate a Ischia delle due giovani protagoniste, ad Alice Rohrwacher, regista che ad oggi ha realizzato tre film, premiatissimi, ma poco visti dal pubblico in sala. Sono l’episodio 4, Il bacio, e il 5, Il tradimento. Mi permetto di segnalarli in questa rubrica che parla di film, perché per libertà e intensità, sono molto vicini al cinema coraggioso, unico, femminile di Alice Rohrwacher. Chi ha letto il romanzo ritroverà la vertigine narrativa di Elena Ferrante, ma trasformata in un altro linguaggio, quello del cinema, dove anche i tradimenti, come l’invenzione dell’incubo di Lenù che chiude il quarto episodio, sono così perfetti, da sembrare invenzioni della scrittrice misteriosa. Alice Rohrwacher si diverte a usare al meglio le straordinarie possibilità del set, la qualità della ricostruzione, la forza dei tre giovani protagonisti, Lila, Lenù e Nino Sarratore. Non solo non sembra per nulla a disagio all’interno della struttura produttivamente complessa e ai paletti del melodramma, ma anzi trova modo di inserire due splendidi omaggi a due maestri del genere, Bernardo Bertolucci (Prima della rivoluzione) e R.W.Fassbinder (Veronika Voss). Da non perdere.
(G.L.F)
Approfondimenti
Un’intervista di Chiara Ugolini ad Alice Rohrwacher.