Fuori Cinema | Film in TV (ma da vedere) _ domenica 5 aprile
Domenica 5 aprile, la nostra rubrica di consigli (e commenti) sui palinsesti televisivi e sui programmi delle piattaforme online propone due gangster movies dal cast stellare (fil rouge: Robert De Niro), uno epico e adrenalinico firmato da Brian De Palma, l’altro dolente e crepuscolare diretto da Scorsese. Tra le movie star delle nostre proposte spicca poi Colin Firth, vincitore di un Oscar per la sua prova d’attore. Ci sono infine due commedie nostrane (o quasi), protagonista un irresistibile Totò.
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THE UNTOUCHABLES – GLI INTOCCABILI (1987, min 111) di Brian De Palma
[Nove (canale 9), 16.35]
Ed ecco a voi lo sparuto gruppuscolo di improbabili giustizieri che andò alla guerra contro Al Capone e lo incastrò per evasione fiscale (poi la Storia sa essere cinica a beffarda: dopo solo 6 anni di carcere, il gangster andò a finire i propri giorni in una tenuta a Miami, ma questo eventualmente è un altro film). Rinunciando a molte delle sue sofisticatezze autoriali, De Palma fa funzionare tutto a meraviglia: la narrazione epica e fluida, i personaggi intrappolati tra legge e istinto, la ricostruzione d’epoca scintillante, il cast da strabuzzare gli occhi, l’adrenalina delle sparatorie, le musiche di Ennio Morricone e i vestiti di Giorgio Armani. Se poi vi piace anche lambiccarvi nel riconoscimento delle vertigini chirurgiche hitchcockiane, delle carrozzine prese a prestito dal Potëmkin e delle scorribande a cavallo da western classico, beh, tanto di guadagnato.
(A.M.)
Approfondimenti
Un documentario sul film; Al Capone al cinema.
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IL DISCORSO DEL RE (The King’s Speech, 2010, 111 min) di Tom Hooper
[Iris (canale 22), ore 18.40]
Peccato solo non poterlo (ri)vedere in lingua originale (ma provate a selezionare l’opzione “lingua originale” dal vostro televisore, potrebbe essere disponibile), con un Colin Firth meraviglioso, che ci fa amare il padre della regina Elisabetta e con lui un pezzo importante di storia europea.
Il duca di York, secondogenito del Re del Regno Unito Giorgio V, consulta specialisti senza successo, per la balbuzie che lo affligge fin da bambino, finché non incontra Lionel Logue, logopedista di origine australiana. La relazione tra i due non è semplice e immediata. “La balbuzie non è un problema fisico” sostiene Lionel, incalzando il duca per scoprirne le cause.
Suo malgrado e con grande terrore, alla morte del padre e dopo l’abdicazione del fratello maggiore, diventa Re Giorgio VI. Non può esimersi dal parlare al popolo e la radio è divenuta il mezzo più efficace di comunicazione.
“Scorda qualsiasi altra cosa, dillo solo a me, dillo a me, un amico”. Queste le parole che Lionel rivolge al Re prima che inizi il discorso, da cui il titolo, in cui annuncia al popolo inglese l’entrata in guerra contro la Germania nazista.
Re Giorgio ha incontrato e scelto, prima con ribellione poi con tenacia, un amico, qualcuno che gli ha mostrato che dietro al microfono enorme degli anni ’30 non c’era un nemico da cui scappare.
4 statuette super meritate.
(M.N.)
Approfondimenti
Il pressbook con le schede sul cast, il regista e gli altri filmmakers; la recensione su Gli Spietati – Rivista di cinema online; curiosità sul film.
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MISERIA E NOBILTÀ (1954, 95 min) di Mario Mattoli
[Rai Movie (canale 24), 19.30]
Miseria e nobiltà (1887) è una delle commedie teatrali più famose di Edorado Scarpetta (1853-1925), capostipite della dinastia teatrale degli Scarpetta-De Filippo (Eduardo, Titina e Peppino De Filippo erano suoi figli naturali. L’eredità di tanta talentuosa tradizione è stata degnamente raccolta da Mario Mattoli (grande impresario teatrale, oltre che produttore e regista) in questo adattamento cinematografico a colori con protagonista l’immenso Totò nei panni di Felice Sciosciammocca. Totò resta quasi sempre fedele al copione immettendo però alcune delle sue inconfondibili caratterizzazioni, prima tra tutte il balletto sulla tavola imbandita con gli spaghetti che chiude il primo tempo. Equivoci, scambi di persone e situazioni da pochade poggiano in questo caso sul tema unificante della fame, uno dei tòpoi centrali della Commedia dell’Arte.
Mattoli, pur restando fedele al testo originale, introduce alcune varianti, arricchendo i personaggi di contorno; la visita dei due protagonisti alla modista piemontese Nadia (Franca Faldini), l’esibizione di Gemma (Sophia Loren) in una buffa danza all’interno del teatro San Carlino e ancora, la scena dei due sposini che vogliono farsi fotografare e l’esilarante lettera dettata dal cafone squattrinato allo scrivano Totò.
(M.Z.)
Approfondimenti
Hollywood Party – Il cinema alla radio.
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Dalla mattina di lunedì 6 aprile:
LA LEGGE È LEGGE (1958, 95 min) di Christian-Jaque
[Rai Movie (canale 24), lunedì 6 aprile, ore 9.15]
La Legge è la legge si inserisce nel filone dei film che seguono il successo di Guardie e Ladri. La produzione italo-francese ingaggia due giganti, Totò e Fernandel. Tra i due a rimetterci è Totò. Nella versione francese del film, il doppiaggio limita il suo personaggio, facendogli perdere freschezza, limitando i giochi di parole intraducibili. Il protagonista è di fatto Fernandel. La censura in Italia interviene sul film, richiede la modifica di alcune battute, come questa di Giuseppe (Totò): “Ma certo, io conosco un sacco di persone, personaggi importantissimi, pezzi grossi, pezzi piccoli, pezzi medi, pezzettini così, figurati che conosco il cognato del cugino di un portiere di un cardinale, eh!” Fernandel replica: “E che ci faccio con un cardinale?” Totò: “Oh, Ferdinand! Come che ci fai col cardinale! Ma tu che razza d’italiano sei?” Nella nuova versione la battuta finale diventa così: “Come che ci fai col sacrestano, ma allora non vuoi diventare italiano?”
(A.F.)
Approfondimenti
Il visto di censura; su Rai Teche, una sezione dedicata a Totò; l’ultima intervista a Fernandel è sul canale dell’INA. Per saperne di più su Christian-Jaque, pseudonimo di Christian Maudet.
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Sulle piattaforme online:
THE IRISHMAN (2019, 209 min) di Martin Scorsese
[Disponibile su Netflix]
Anche se gli Oscar l’hanno ignorato, il 2019 resterà l’anno di Irishman, per le polemiche che ha suscitato, per il risultato, per l’enormità della sfida, che Scorsese insegue da oltre dieci anni, durante i quali tutti gli studios gli hanno detto no, ritenendo la storia e il film troppo rischioso. Fino alla decisione di Netflix di produrlo dando piena libertà a Scorsese. Sette mesi di riprese, diciotto di postproduzione, con un sistema digitale, per ringiovanire gli attori, sperimentato qui per la prima volta. Costato 160milioni di dollari. Come aveva fatto John Ford con Liberty Valance, Scorsese con Frank Sheeran distruggere la mitologia gangsteristica con le stesse icone che lui stesso aveva creato, “si riprende quanto ha insegnato a tanto cinema e a tanta serialità per cantarne il requiem dolente”. Abolito ogni glamour, Scorsese sa raccontare cinquant’anni di storia americana con una verità e una profondità che hanno pochi eguali. Impossibile capire chi tra Pesci, De Niro e Al Pacino sia più grande. Secondo Gullermo del Toro, le tre ore più rapide mai trascorse in un cinema.
(GL.F.)
Approfondimenti
Dietro le quinte: dalla prima lettura alle riprese, fino agli strabilianti effetti speciali con la tecnologia VFX; parlano i protagonisti; il pressbook con il making of e le dichiarazioni dei protagonisti; la vera storia dietro The Irishman: Jimmy Hoffa; l’antologia della critica in Italia e in America e le recensioni di Ian Freer su “Empire”, Emiliano Morreale, Fabio Ferzetti, Leonardo Gandini.
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