30/06/2016

Cinefilia Ritrovata, ‘Zizn’ Za Zizn; La fiaccola sotto il moggio’

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Sempre per la sezione “Cento anni fa” sono stati proiettati stamattina in Sala Mastroianni due film imperdibili per tutti gli appassionati di cinema muto accorsi a Il Cinema Ritrovato di quest’anno. Zizn’ Za Zizn, pellicola russa diretta da Evgenij Bauer, va considerata per costi e realizzazione come una grossa produzione dell’epoca. Il film può essere pensato a tutti gli effetti come un precursore/prototipo del genere thriller all’interno del quale vi è una piena e completa fusione tra intrighi e amorazzi. Più che per la storia in quanto tale, Zizn’ Za Zizn è un’opera interessantissima per gli echi e rimandi registici alle produzioni migliori del cinema italiano di quegl’anni. La regia di Bauer è composta da carrelli, geometrie prospettiche create artatamente tramite la suggestiva collocazione di oggetti in scena inseriti in interni, curati nei minimi dettagli. La caricata, ma al contempo calibrata performance attoriale (anche qui fortemente debitrice delle grandi dive italiane) di Ol’ga Rachmanova vale da sola l’intera visione del lungometraggio. Difficilmente recuperabile nell’arco dell’ultimo secolo, Zizn’ Za Zizn merita a pieno diritto di entrare nella lista dei grandi film russi dell’epoca del muto.

Forse ancora più importante è stata però la visione de La fiaccola del moggio di Eleuterio Rodolfi, considerato perduto per decenni e decenni e ritrovato in un’unica copia, priva di didascalie (successivamente implementate a partire da una brochure del film), presso l’archivio della Jugoslovenska Kinoteka di Belgrado e restaurato dalla Cineteca di Bologna e dal Museo Nazionale del Cinema di Torino.

Sullo sfondo di una casata in rovina, l’astuta Angizia trama e complotta contro tutta la famiglia dei Sangro in un autentico gioco al massacro che coinvolge tutti i personaggi del film. Interessanti le figure dei serpenti come metafora del “nutrire serpi in seno” (cioè all’interno del castello in cui si svolge l’azione principale) e inquietante la rappresentazione della donna velata con una fiaccola in mano a simboleggiare quell’ineluttabile destino che grava sui Sangro. 

Prodotto dalla Società Anonima Ambrosio e tratto dall’omonima tragedia di Gabriele d’Annunzio, La fiaccola del moggio è un film dotato di una forza incredibile sia per motivi prettamente registici (meraviglioso uso della luce e di coordinazione degli attori) sia per il tour de force di eventi e situazioni.  Elena Makowska e Umberto Mozzato forniscono le prove migliori.

Simone Tarditi