Cinefilia Ritrovata: focus su ‘La Gerusalemme liberata’, i film di Segundo De Chomón e ‘Christian Wahnschaffe’
Continua la copertura critica di Cinefiliaritrovata.it dell’ampia sezione del cinema muto al Cinema Ritrovato 2018: ecco La Gerusalemme liberata di Enrico Guazzoni , quattro film di Segundo De Chomón e Christian Wahnschaffe di Urban Gad.
La Gerusalemme liberata di Enrico Guazzoni, uno dei film più importanti della storia del cinema:
“Le lunghe e vorticose scene di battaglia in cui vennero adoperate centinaia di comparse e cascatori hanno il potere ipnotico di far dimenticare per un attimo il contesto narrativo in cui ci si trova, per cui risulta spesso difficile recuperare le fila della storia. Inoltre, siamo ancora a uno stadio primordiale dei movimenti di macchina (la maggior parte delle inquadrature sono fisse), eppure il dinamismo dato dalla fluidità dei gesti drammatici e marcati dei personaggi posti in primo piano, insieme a quanto accade sullo sfondo (l’azione posta in secondo piano è così vivida da poter effettuare senza problemi un montaggio interno), al largo impiego di effetti speciali come le sovraimpressioni e ai dettagli dei costumi, delle acconciature e del trucco non lasciano per nulla spazio ad alcun tipo di distrazione”.
Leggi l’articolo di Alessia Carcaterra
Mètempsycose, L’Obsession de l’or , Voyage Original e L’invention du Professeur Brick à Brack di Segundo De Chomón:
“Il 1906 è un anno fertile per la carriera di Segundo De Chomón, il primo e più grande pioniere degli effetti speciali nella storia del cinema: si stabilisce per quattro anni a Parigi presso la Pathé Frères, dove inventa il sistema di colorazione Pathécolor, sperimenta le prime dissolvenze, i trucchi di sparizione e mette a punto il “giro di manovella” per conferire agli oggetti l’illusione di movimento. A partire dal 1910 si trasferirà in Italia per lavorare sotto contratto dell’Itala Film e più tardi presso la Albertini Film. Quattro titoli riassumono il lavoro tecnico di De Chomón, tutti, tranne L’invention du Professeur Brick à Brack copia della Cinématheque Française, restaurati nel 2017 dal laboratorio L’Immagine Ritrovata di Bologna”.
Leggi l’articolo di Alessia Carcaterra
Christian Wahnschaffe di Urban Gad, un monumentale film dimenticato:
“La sensazione che si ha terminato il film è di sostanziale sfiducia nell’essere umano, essere corruttibile e insalvabile; si raggiunge la consapevolezza di quanto il bene possa essere sopraffatto dal male, di come le azioni fatte anche con l’intento più puro possano portare ad esiti nefasti. Lontano dagli happy ending americani, Christian Wahnschaffe fa riflettere col suo pessimismo cosmico e non lascia di certo indifferenti”.
Leggi l’articolo di Yann Esvan