26/06/2016

Auguste, Louis Lumière, e la leggenda del Cinématographe “senza futuro”

Sorry, this entry is only available in Italian.

Auguste e Louis Lumière sono gli inventori del cinema, e per oltre un secolo sono stati considerati solo questo: dei tecnici, in grado sì di costruire un innovativo strumento meccanico, ma incapaci di intuirne le potenzialità artistiche. Così, paradossalmente, i fratelli Lumière sono stati relegati ai margini della storia del cinema, che avrebbe preso una strada propria dal momento stesso della nascita. Non a caso, è da troppi creduta vera la leggendaria ma falsa affermazione dei Lumière, che avrebbero definito la loro invenzione “senza futuro”.

Da Parigi arriva però a Bologna Lumière! L’invenzione del cinematografo, una mostra che vuole illustrare quanto ingiuste siano queste convinzioni, restituendo ai fratelli francesi la dignità artistica e la determinante influenza che la storia gli ha finora negato.

IMG_7435
Dopo il cinema, infatti, i Lumière hanno ideato altri strumenti e tecniche che testimoniano una tensione costante al rinnovamento. Colore, 3D, inquadrature in movimento: non furono solo gli inventori della macchina che avrebbe generato la settima arte, ma hanno aperto la strada a tanti dei futuri sviluppi del cinema. Ancora oggi, il formato dello schermo dell’iPad è lo stesso del fotogramma ideato dai Lumière, e questo evidenzia quanto essi abbiano influito sul nostro modo di guardare la realtà.

Con un po’ di coraggio si potrebbe addirittura arrivare ad affermare che l’attuale concezione geo-politica del mondo in cui viviamo nasca, almeno come idea, dalle intuizioni dei Lumière. Consapevoli di dover riconquistare il proprio pubblico ogni giorno offrendogli sempre qualcosa di nuovo, fecero viaggiare in lungo e in largo i loro operatori, perché catturassero immagini da paesi lontani, che, a loro volta, accoglievano i filmati da altre nazioni. In tutta Europa, soprattutto, sorsero innumerevoli sale cinematografiche, e i cittadini di Parigi, Roma, Londra e Berlino poterono per la prima volta osservarsi l’un l’altro. Visitare terre straniere non era più un lusso per pochi, e le distanze si accorciarono drasticamente. Fu nei cinematografi che forse venne gettato il seme del concetto di Europa, l’idea cioè di una vicinanza tra popoli diversi che, ora mostrata e vista, poteva anche essere pensata. E in giorni così confusi per il vecchio continente, poter osservare il mondo con gli occhi di chi per la prima volta lo vide unito, assume un’importanza nuova e forse fondamentale.
Questo oggi è reso possibile anche perché, accanto alla mostra, il festival Il Cinema Ritrovato dedica una propria sezione ai primissimi filmati dei Lumière e dei loro operatori. Da essi si capisce che considerare l’opera dei Lumière come un mero fatto tecnico o al più cronachistico è profondamente sbagliato. Si tratta invece di veri e propri piccoli capolavori, composti da inquadrature studiatissime, spesso fatte ripetere più volte per ottenere l’effetto desiderato. Non è la semplice documentazione di un qualche evento, ripreso da una posizione casuale, ma un’attenta costruzione del quadro secondo precise linee guida, ed è da questa prima grammatica che si svilupperà la lingua del cinema.

Ai Lumière quindi non si può più attribuire solo l’invenzione della cinepresa, ma, come dimostrano i tanti documenti raccolti nella mostra Lumière! e dai filmati proposti dal Cinema Ritrovato, del cinema come arte, del cinema vero e proprio. Del cinema, insomma.

Marcello Bonini, redazione Il Cinema Ritrovato