11/06/2020

Il Cinema Ritrovato | Fuori Sala #14

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“In principio la chiesa nasceva dal cuore della comunità trovando la sua pace
sui colli, nelle piazze, in assolati silenzi.
Poi la città è uscita dalle sue porte, travolgendo le vecchie mura.
Il bosco fitto dei campanili è diventato sempre più rado
disperdendosi nella lontana pianura, tra gasometri e ciminiere.
La periferia è oggi accampata in un freddo e geometrico Far West,
che non riesce a nascondere una segreta confusione di valori.
Un nuovo tempo mette in crisi le situazioni passate e attende soluzioni diverse”
.

 

Quattordicesima puntata della rubrica online “Il Cinema Ritrovato | Fuori Sala”, alla scoperta di piccole perle di cinema conservate nei nostri archivi (guarda gli episodi precedenti).

Una delle grandi capacità del cinema, di alcuni film in particolare, è quella di catturare l’aria del tempo.
In Dove Dio cerca casa di Renzo Renzi siamo in Italia, a Bologna, nei primi anni Cinquanta (precisamente nel 1955). Per accorgersene bastano alcuni secondi di questo documentario breve: i colori pastello del Ferraniacolor – che, con la loro fragilità, hanno accompagnato l’immagine dell’Italia nel passaggio dal bianco e nero della Seconda guerra mondiale alla modernità – ci danno conferma di questa prima impressione.
In questo piccolo gioiello d’archivio, supportato dalla voce straordinaria di un giovanissimo Sergio Zavoli, Renzo Renzi racconta – con la grazia e la capacità che lo contraddistinguono di raccontare le novità che attraversano il Paese – le periferie di un’Italia in espansione, la perdita del sentimento religioso, la trasformazione delle idee e dell’assetto urbano, e la difficoltà per i luoghi di culto di trovare una nuova collocazione.

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Guarda l’introduzione e il documentario breve cliccando sull’immagine:


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Il connubio tra cinema e sacro conduce spesso a sforzi magniloquenti per spintonarci verso l’alto. In questo tragitto di elevazione spirituale, i ritmi tendono a dilatarsi, gli organisti in sottofondo pestano con convinzione, i raggi di luce tagliente agognano al pittoricismo, i volti traboccano d’estasi, i movimenti di macchina prendono abbrivi lenti e maestosi. E così via. Non sempre funziona, occorre ammetterlo. Dove Dio cerca casa percorre tutta un’altra via. Per parlarci del nostro bisogno di Dio, sceglie apposta di farsi piccolo, di volare molto basso. Si autodichiara “inchiesta” evocando un approccio oggettivo: e così è, in effetti, ma c’è dell’altro. Perché quello che emerge con forza è un’idea molto semplice, ma altrettanto difficile da raccontare per immagini: la Chiesa può essere ovunque. E l’umiltà non è sinonimo di umiliazione. 

Dove Dio cerca casa andrebbe guardato in coppia con un’altra splendida produzione degli impavidi ragazzi della Columbus film, Guida per camminare all’ombra, protagonista di un precedente episodio della nostra rubrica. Quest’ultimo si inebria della grandezza della Storia cittadina per esplorare un senso di comunità che permane nel tempo. Dove Dio cerca casa insegue lo stesso obiettivo partendo da un presupposto più fragile e sfilacciato: la periferia lasciata a se stessa, i caseggiati popolari, i brutti quartieri degli anonimi palazzoni, i cantieri e le fabbriche, quel limbo che non è né città né campagna. Il sacro finisce per prosperare ostinatamente anche in questi contesti a prima vista inadueguati: entra nelle palestre, nei magazzini, nei garage, nelle cantine. Arriva a bordo di un carrozzone da circense. Non ha velleità di sopraffazione, urgenze colonializzatrici. Si integra, in un gioco di reciproca impregnazione tra il sacro e il profano. San Luigi e Gesù Cristo montano sul cassone di un camioncino dall’aria mezza scassata per traslocare altrove, in una casa forse più bella. Ma non per questo più divina. 

Andrea Meneghelli

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Rubrica a cura del direttore della Cineteca Gian Luca Farinelli e del responsabile dell’Archivio Pellicole Andrea Meneghelli.