28/04/2020

Fuori Cinema | Film in TV (ma da vedere) _ mercoledì 29 aprile

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Non c’è solo un super classico di Hitchcock (e la splendida coppia Ingrid Bergman – Cary Grant) in questa cinquina di mercoledì 29. La nostra selezione si apre con due proposte del cinema nostrano (l’acido umorismo di Dino Risi riservato al periodo fascista e l’opera unica di un autore, Fausto Tozzi, diventata poi un cult), e continua con due titoli che fanno dello “sguardo giovane” sul mondo la loro cifra: da un lato Spielberg e uno dei migliori film statunitensi di tutti tempi secondo l’American Film Institute, dall’altro l’amore tra teenager… in chiave videoludica!

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TELEFONI BIANCHI (1976, 120 min) di Dino Risi
[Rai Movie (canale 24), ore 10.20]

Passando da un letto all’altro (compreso quello del Duce), Marcella, una camerierina veneziana, diventa Alba Doris, una diva non troppo immaginaria del cinema fascista, mentre il fidanzato viene arruolato “volontario” e spedito via via in Africa, Spagna, Albania e Russia. La vena della storia scritta da Risi con Bernardino Zapponi e Ruggero Maccari, è quella dei Mostri e infatti i personaggi sono quasi tutti orrendi, grotteschi cialtroni, sfruttatori, profittatori, dalla madre del gerarca che gestisce un bordello, ai genitori di Marcella, dal divo cocainomane e isterico Franco Denza (Gassman) fino al più riuscito di tutti, il viscido Adelmo, denunciatore di ebrei, interpretato da un geniale Tognazzi. La critica italiana pretendeva una sorta di documentato saggio storico-politico sul cinema del ventennio e storse il naso ma per fortuna i loro colleghi francesi seppero capire e apprezzare l’acido umorismo nero di Risi.
(R.C.)

Approfondimenti

Una critica francese per la presentazione dell’edizione restaurata del film e l’intervista a Dino Risi di Gianni Minà.

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TRASTEVERE (1971, 110 min) di Fausto Tozzi
[Rai Movie (canale 24), ore 19.20]

Film strano, molto strano. Attrae e respinge, si rotola nel grezzo e raggiunge vette di sublime, contempla con affetto e si ritrae con un moto di disgusto. Opera unica di Fausto Tozzi (attore molto apprezzato soprattutto negli anni ’50), trattata con sufficienza all’epoca, mal digerita dalla censura (per scurrilità e vilipendi vari). Oggi ha rafforzato un proprio culto, e smuove un fascino ipnotico, difficile da piegare a un raziocinio. Entra nel cuore e nella pancia di Trastevere, nocciolo duro di una romanità atavica ormai permeata di imbastardimento, seguendo un cane smarrito e ricucendo brandelli di vicende sparpagliate: Nino Manfredi pittore psichedelico, Vittorio De Sica artista lirico, Enzo Cannavale merciaio al dettaglio per mignotte, Ottavia Piccolo ingenua e fumantina ragazza del popolo… Sono solo alcuni dei molteplici personaggi che gravitano attorno a questo fiore stranamente bello, che ci porta alla memoria la massima di un nostro grande poeta: dai diamanti non nasce niente.
(A.M.)

Approfondimenti

La canzone cantata da Nino Manfredi; la vicenda censoria del film.

 

E.T. L’EXTRATERRESTRE (E.T. the Extra-Terrestrial, 1982, 115 min) di Steven Spielberg
[Italia 1 (canale 6), ore 21.30]

“Credo di avere avuto interesse per strane cose che sfrecciano nella notte sin da quando ero bambino in Arizona. Là l’atmosfera era chiara. Avevamo tante notti stellate. Ricordo che mio padre una notte mi svegliò verso le tre e mi portò su una collina. Stese una coperta e ci sedemmo là a guardare una favolosa pioggia di meteore. Fu straordinario! Volevo sapere che cosa aveva messo lassù quei puntini di luce. Sin d’allora ho avuto la testa nelle nuvole. Fui colpito dalle stelle. E ancora lo sono”. Così ricorda Spielberg. Dietro l’aneddoto ritroviamo non solo il desiderio irresistibile di puntare naso e fantasia contro il cielo notturno (cosa che aveva già portato il regista a realizzare il più cupo Incontri ravvicinati del terzo tipo), ma anche una sorta di naturale impulso a riappropriarsi di un pezzo della propria infanzia, per distillarne la purezza. Per fare E.T., racconta Spielberg, “volevo diventare un bambino”. È un film che ci chiede di rinunciare alle nostre consapevolezze adulte, per abbracciare appieno, con sguardo senza cinismi, questa grande storia di solidarietà, dove il sentimento della comunione può completarsi solo se ci abbandoniamo con totale fiducia alla necessità della comunicazione.
(A.M.)

Approfondimenti

Lo spot girato da Spielberg nel 2019 con il ritorno di E.T..

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SCOTT PILGRIM VS. THE WORLD (2010, 112 min) di Edgar Wright
[20 (canale 20), ore 22.45]

L’amore è un (video)gioco. Bassista di una band, il ventenne Scott Pilgrim è costretto a lottare contro i sette malvagi ex fidanzati della ragazza dei suoi sogni, Ramona, per poterla frequentare. Le sfide, dei veri e propri duelli a colpi d’arti marziali, spade ninja e superpoteri, si susseguono come i livelli di un videogame. Alla sua opera quarta, il britannico Edgar Wright s’ispira alla serie a fumetti di Bryan Lee O’Malley e firma una commedia visivamente sfrenata che contamina il linguaggio cinematografico con quello videoludico e del fumetto. Un mondo pop colorato, cangiante come i capelli dell’amata Ramona, e dominato dalla colonna musicale rock (che include, tra gli altri, brani di Beck e Rolling Stones). Nel ruolo di Scott, Michael Cera, col suo volto da bravo ragazzo un poco lesso, si conferma perfetto, come già nei precedenti Suxbad, Juno e Nick & Norah’s Infinite Playlist, per incarnare nerd timidi e romantici.
(A.A.)

Approfondimenti

Recensioni del film su “Film Tv” e della colonna sonora; un saggio sui legami tra videogame e cinema.


NOTORIUS – L’AMANTE PERDUTA (1946, 100 min) di Alfred Hitchcock
[La 7 (canale 7), ore 23.45]

Film che ci riporta nella primissima atmosfera post-bellica. È il 1946. Attraverso una delle più emozionanti storie d’amore della storia del cinema, Hitchcock pone lo spettatore nelle mani gentili della spia Elena Huberman (Ingrid Bergman) che s’introduce all’interno di un covo di filo-nazisti dove è nascosto dell’uranio per fabbricare un ordigno nucleare.

Geniale rilettura dell’Iliade (un caso che la protagonista si chiami Elena?), mai più nella filmografia del regista un’attrice è stata ripresa con tanta grazia e delicatezza, neppure l’iconica Grace Kelly. Persino il titolo gioca sull’affascinante ambiguità del suo ruolo. Notorious in inglese significa conosciuto, evidente, ma anche famigerato. Una forma di resistenza tutta al femminile alla quale anche il glaciale agente segreto T. R. Devlin (Cary Grant) dovrà arrendersi.
(M.Z.)

Approfondimenti

Una recensione del film; Cinema Ritrovato 2015, l’omaggio a Ingrid Bergman. Incontro con Isabella Rossellini. Becoming Cary Grant, l’articolo di Cinefilia Ritrovata.

 

Selezione titoli, commenti e approfondimenti a cura di Alice Autelitano, Alessandro Cavazza, Roberto Chiesi, Andrea Meneghelli e Michela Zegna.