29/06/2017

“Faccio cose, vedo gente”. Le frasi cult dei film di Moretti

Proviamo per un attimo a chiudere gli occhi e ad essere avvolti dal buio, come se fossimo in una sala cinematografica. Pensiamo ai film di Nanni Moretti. Alle sue storie ma, soprattutto, alle battute e alle canzoni dei suoi film. Frasi e momenti che sono, ormai, divenute iconici. Musiche che, ascoltate, riportano alla mente momenti e scene entrate di diritto nell’immaginario collettivo cinematografico.

Il film inizia, sentiamo il rumore del proiettore. La sala è polverosa, odora di pop corn e bibite gasate.

E così ci appare il personaggio di Michele, seduto sul prato con Olga, a dialogare. Il film è Ecce Bombo. Stanno seduti vicini, si sfiorano, lui la guarda. Quando le chiede quale sia la sua professione la ragazza, candidamente, risponde: “Mah, te l’ho detto: giro, vedo gente, mi muovo, conosco, faccio delle cose.” A quanti è capitato di rispondere così, ad una domanda del genere?

E poi ci appare di nuovo il personaggio di Michele, vero e proprio alter ego di Moretti che, in Sogni d’oro, inveisce contro il pubblico a suon di “Pubblico di merda! Pubblico di merda! Pubblico di merdaaa!”. Improvvisamente la scena cambia e troviamo un Nanni Moretti più maturo, più riflessivo. Il film è Bianca, vero tripudio del cioccolato, dove il regista e attore si muove tra immensi barattoli di Nutella e Sacher Torte. Ed è proprio la torta ad essere al centro di una celebre battuta. Uno dei personaggi del film non l’ha mai mangiata e Nanni Moretti, scioccato e sconvolto, risponde sconsolato: “Va be’, continuiamo così, facciamoci del male!”. Ne La messa è finita, invece, la barba di Nanni Moretti, divenuta ormai celebre, scompare. E più che una frase del film, il momento rimasto impresso nella mente di tutti è quando l’intera famiglia si ritrova vicina, per un momento, a ballare sulle note di Ritornerai. La musica e le canzoni, nei film di Nanni Moretti, sono sempre state importanti. Musiche popolari, canticchiate da tutti, ma che assumono un nuovo valore e un nuovo significato. E come non parlare di uno degli schiaffi più ricordati nella storia del cinema italiano? Siamo in Palombella rossa, film sulla pallanuoto e riflessione sulla crisi del Comunismo. Nanni Moretti è accanto ad una giornalista che sciorina termini in inglese. Ad un certo punto non ce la fa più e le molla un sonoro ceffone: “Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti!” urla lui davanti ad un’esterrefatta giornalista.

Ed ecco che, in Caro diario, c’è la svolta. Nanni Moretti non è più Michele Apicella, è semplicemente Nanni. È il regista e intellettuale Moretti che ci fa vivere la sua quotidianità in una Roma assolata e solitaria. La sua corsa in moto verso Ostia, l’incontro con Jennifer Beals, la fuga verso le isole Eolie e poi la malattia, la sua lotta e la sua sconfitta, alla fine.

Nella nostra sala creata dalla fantasia qualcuno ridacchia e indica col dito lo schermo. Ci appare Nanni Moretti in un suo pensiero divenuto ormai celebre: “Sa cosa stavo pensando? Io stavo pensando una cosa molto triste, cioè che io, anche in una società più decente di questa, mi ritroverò sempre con una minoranza di persone. Ma non nel senso di quei film dove c’è un uomo e una donna che si odiano, si sbranano su un’isola deserta perché il regista non crede nelle persone. Io credo nelle persone. Però non credo nella maggioranza delle persone. Mi sa che mi troverò sempre d’accordo e a mio agio con una minoranza…”

Ci stiamo avvicinando quasi alla fine di questo particolare film. C’è ancora Nanni Moretti, lui, senza alter ego. Il film è Aprile e racconta la fine del PCI e l’ascesa in campo di Berlusconi.

“D’Alema, di’ una cosa di sinistra! Di’ una cosa anche non di sinistra, di civiltà! D’Alema, di’ una cosa, di’ qualcosa, reagisci!” rimarrà per sempre impressa nella mente di tutti, attanagliati da anni di politica e scandali.

Ma con La stanza del figlio c’è un’altra svolta. Un dramma, una storia familiare forte e intensa. Anche qua la musica è importante. Insieme a te non ci sto più, cantata in macchina da tutta la famiglia, prima dell’imminente tragedia, rappresenta un momento felice e intimo. Ci sembra quasi di essere lì, dentro quella macchina. Ed ecco tornare la politica ne Il caimano, storia di una regista che vorrebbe portare al cinema la storia di Berlusconi. Il film è intriso di attesa e stupore, aspettative e scandali annunciati. Siamo proprio alla fine, il proiezionista fa un sorriso. Ed eccole le ultime immagini di questo film. Le ultime due pellicole dirette da Nanni Moretti sono Habemus Papam e Mia madre. Nel primo assistiamo divertiti ad una partita a pallavolo tra cardinali mentre, nel secondo, gli occhi della madre del protagonista riempiono tutto lo schermo e ci sentiamo anche noi suoi figli.

Dagli ex sessantottini e le loro illusioni e disillusioni, passando per le frustrazioni di un regista teatrale e cinematografico, e arrivando a mettere in scena sé stesso, Nanni Moretti è riuscito, in 40 anni di carriera, a raccontare l’Italia e i suoi cambiamenti. I suoi film sono storie su intellettuali falliti, su artisti sognatori, su manie e persecuzioni, sul cambiamento e la voglia di fuggire. Ogni sua pellicola è intrisa di ironia, ma di quella sottile e pungente, malinconia e amarezza e un forte e immenso amore per il cinema.

Le luci in sala si accendono. Ci piacerebbe vedere Nanni Moretti, seduto tra il pubblico. Forse c’è, nascosto dalla sua barba. Forse no. Rimangono i suoi film, le battute, le storie, le musiche. Rimane lui con i suoi alter ego, le crisi esistenziali, le canzoni.

Fabio Astone, Corso di Alta Formazione redattore multimediale e crossmediale della Cineteca di Bologna.