26/06/2017

Cinefilia Ritrovata, Cinema Ritrovato 2017: focus su ‘La magnifica preda’, ‘Gai Dimanche’ e Magnifica Ossessione

I post di CinefiliaRitrovata.it dedicati al Cinema Ritrovato. Come ogni anno il magazine della Cineteca di Bologna seguirà da vicino – e con sguardo critico – gli appuntamenti più salienti in programma.

Cinema Ritrovato 2017: La magnifica preda
Come altri europei emigrati ad Hollywood, da Ernst Lubitsch a Billy Wilder, Otto Preminger è un regista spudorato. Specialmente negli anni Cinquanta, apogeo della sua carriera forse perché coincidente con il lento e progressivo tramonto del cinema classico, che contribuì a sabotare con splendido cinismo, Preminger si divertì a ripensare il corpo femminile, modernizzandone la visione (la Carmen Jones di Dortothy Dandridge), costruendo ambiguità (Gene Tierney in Sui marciapiedi), giocando con il miscasting (Linda Darnell in La penna rossa) o con il comune senso del pudore (Maggie McNamara come Vergine sotto il letto) fino a sdoppiarlo in due alterità (Kim Novak e Eleanor Parker ne L’uomo dal braccio d’oro).
Continua a leggere il pezzo di Lorenzo Ciofani

Cinema Ritrovato 2017: Gai Dimanche

Gai Dimanche, cortometraggio del 1935 presentato nella sezione “Una Domenica a Bologna”, è la terza apparizione cinematografica dell’allora ventottenne Jacques Tatì. Venne scritto e interpretato dal futuro autore di Mon Uncle in coppia con il celebre clown Rhum (al secolo Enrico Sprocani). I due amici immaginarono il soggetto del film, la cui regia viene affidata a Jacques Berr, ricordando gli anni trascorsi vivendo d’espedienti; è infatti la storia di due eleganti dandy senza un soldo in tasca – nella primissima sequenza per esempio vengono, a quanto pare per l’ennesima volta, cacciati dalla stazione della metropolitana nella quale hanno dormito – i quali si improvvisano guide turistiche per guadagnare qualche soldo dagli ignari turisti loro vittime.
Continua a leggere il pezzo di Edoardo Peretti

Cinema Ritrovato 2017: Magnifica Ossessione

Se fosse uscito ai giorni nostri, probabilmente, Magnifica ossessione sarebbe stato preso come una parodia, una presa in giro, dei film così struggentemente ed irriducibilmente romantici come Via col vento o Casablanca. Invece quando uscì nel 1954, tratto da un romanzo di Lloyd Douglas, che il regista Sirk disprezzava ardentemente, l’esagerata melodrammaticità della pellicola non sembrò disturbare o interdire più di tanti, cosa che spinse il regista ed i produttori a riproporre la coppia Rock Hudson/Jane Wyman nel film dell’anno successivo All That Heaven Allows. Il film narra la vicenda di Robert “Bob” Merrick, playboy milionario, egoista e scansafatiche che provoca, involontariamente ed indirettamente, sia la morte del celebre dottore e filantropo Phillips, che la cecità della sua vedova. Spronato dall’amico del dottore defunto Randolph, Bob sceglierà di dedicare tutti i suoi beni e la sua vita a sostenere finanziariamente e psicologicamente la povera signora Phillips.

Continua a leggere il pezzo di Pietro Luca Cassarino