La genesi

Nel 1959-’60 la regista belga Agnès Varda scrive un progetto per un lungometraggio dal titolo La Mélangite, gioco di parole tra mélange e meningite. Il produttore Georges de Beauregard, preoccupato per i costi di realizzazione del film, si rende disponibile a finanziare il progetto a patto che si giri un film a basso budget. Varda sceglie allora di limitare le spese ambientando l’intera vicenda a Parigi, la sua città, ed esaurendo l’azione nell’arco di due sole ore di un giorno di giugno.

Scartando molto presto l’idea iniziale di un ragazzo protagonista, la regista opta per una giovane e frivola cantante, ispirata ad alcune figure femminili della musica leggera e a Cléo de Mérode, cantante e danzatrice della Belle Epoque citata poi nel film.

A seguito di alcune ricerche di carattere sociologico, Varda decide che a dominare sia il sentimento della paura, incontrollabile e diffusa. Il cancro negli anni Sessanta era in effetti, come spiega la stessa Varda, una delle grandi paure collettive. Parigi, l’altra vera protagonista del film, è allora vista attraverso lo sguardo, a tratti deformante, di una persona in preda al proprio peggior timore.

Come spesso accade nel cinema di Agnès Varda, la sceneggiatura si nutre poi di rimandi alle arti visive e alla letteratura. In fase di scrittura di Cléo l’immagine che torna spesso nei pensieri della regista è quella di una giovane donna bionda e lasciva abbracciata ad uno scheletro, un’immagine ispirata ad un’opera del pittore tedesco Hans Baldung Grien, tra i primi illustratori del tema della relazione contro natura tra Eros e Thanatos, amore e morte. Un’iconografia talvolta associata alle epidemie e alla peste, a cui Varda si è ispirata per tradurre sul grande schermo la paura della morte che attanaglia Cléo. Numerose sono poi le ispirazioni letterarie: da Jacques il fatalista e il suo padrone di Diderot, Varda mutua le figure erranti della fatalista Angèle, la governante, e di Cléo. Il personaggio di quest’ultima richiama, in parte, anche la fragile Rosanette de L’educazione sentimentale di Flaubert, mentre il tormentato vagabondaggio per le strade di Parigi rievoca il solitario girovagare di Malte Lourids Brigge, protagonista del romanzo I quaderni di Malte Laurids Brigge di Rilke.


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