25/06/2016

Apertura del festival: Que la fête commence!

Bertrand Tavernier è l’ospite d’onore di questa edizione che si apre nel segno dei Lumière e dunque del cinema nella sua essenza, nel suo principio, nelle sue molte ragioni d’essere. Quest’anno Tavernier, autore di film tra i più belli degli ultimi quarant’anni di cinema francese, presenta a Bologna, dopo l’anteprima a Cannes, il suo personale voyage nel cinema del proprio paese, come beneaugurante avvio del festival (ad accompagnarlo in sala, i produttori Jérôme e Nicolas Seydoux). Una personale recherche du cinéma perdu che intesse evocazioni autobiografiche e favolose scoperte sui cineasti che Tavernier ha amato, intervistato, conosciuto, sostenuto. “È come se un amico caro ci raccontasse gli amori della sua vita, i suoi più intimi segreti. Tavernier lo fa in maniera lucida, colta, semplice e commovente. Scopriamo un altro Gabin, un altro Renoir e molti dei film che vedremo nel programma del Cinema Ritrovato” (Gian Luca Farinelli). Que la fête commence!

Ritrovati e Restaurati
Karpo Godina presenta i suoi corti, Bruno Zanin introduce Amarcord
Sala Scorsese, ore 14.30 e Cinema Arlecchino, ore 21.45

La sezione più classica del Cinema Ritrovato continua a offrire un punto di vista privilegiato sui migliori restauri eseguiti in tutto il mondo, in 35mm e in digitale. I Ritrovati e Restaurati 2016 compongono un mosaico di classico e moderno, fuori e dentro il ‘canone’ della storia del cinema, tra capolavori acclamati e scoperte. L’offerta include Amarcord di Federico Fellini, nel restauro della Cineteca di Bologna supervisionato da Giuseppe Rotunno – introdotto in sala da Bruno Zanin, interprete del personaggio di Titta nel film, e preceduto da un montaggio di outtakes realizzato da Giuseppe Tornatore – ma anche un autore sorprendente come Karpo Godina, che sarà al festival per presentare i suoi cortometraggi, dove l’osservazione di quella che era la Jugoslavia è riscaldata da una vena ironica, sovversiva, poetica. Questa prima giornata propone inoltre i restauri di Signore & signori, Gado Gado e Westfront 1918.

Tutti i colori del Cinema Ritrovato
The Patsy di Jerry Lewis e Bílý ráj di Karel Lamač

Cinema Arlecchino, ore 14.15 e Sala Mastroianni, ore 15.30

Il colore quest’anno è il centro nascosto del festival, riemerge in ogni sezione con l’arcobaleno di cromie che ha caratterizzato l’intera storia del cinema a tutte le latitudini, con copie vintage e nuovi restauri. Nel primo giorno del festival si potrà vedere Bílý ráj (1924) di Karel Lamač nella versione restaurata nel 2016 da Ja n Ledecký e dal Národni Filmový Archiv. “Non c’è altro modo di sapere che cos’è davvero un film muto imbibito e virato se non vederne uno”, spiega Mariann Lewinsky. “Non perdete l’esperienza unica di una copia positiva in bianco e nero, colorata per imbibizione e per viraggio, una copia vera e non un facsimile, un riversamento, un’approssimazione, una simulazione. È una visione entusiasmante”. Con un salto in avanti di quarant’anni, si inaugura la sezione Technicolor & Co. con la prima delle sue rarissime vintage print, la copia originale 35mm dye transfer Technicolor dell’irresistibile The Patsy (1964) di Jerry Lewis, un film “plasticamente sontuoso: il lavoro sui colori, opera dello splendido operatore Wallace Kelley, è una delizi a per la sua modernità sottilmente aggressiva” (Benayoun). Precede Tiger Rag, uno dei “film senza macchina da presa” di Albert Pierru, realizzati negli anni Cinquanta dipingendo a mano la pellicola e graffiando l’emulsione.

Jacques Becker – L’idea stessa di libertà: Goupi Mains rouges e Le Trou
Cinema Jolly, ore 18.15 e 21.30

Era uno dei cineasti intellettualmente più rispettati e più amati dai suoi contemporanei. Innamorato del jazz e del cinema americano, ‘vieille France’ come Max (Jean Gabin) in Grisbi, passa da un genere all’altro e da un ambiente all’altro con l’eleganza suprema del suo Arsène Lupin. Al via la retrospettiva dedicata al grande Jacques Becker (1906-19 60) con due capisaldi della sua opera: la versione (restaurata da Pathé) di Goupi Mains rouges, il più bel film sul mondo contadino del cinema francese (che fa il paio con il più bel film sul mondo contadino del cinema italiano, L’albero degli zoccoli di Ermanno Olmi, in programma il 30 giugno), introdotto in sala dal curatore della rassegna Bernard Eisenschitz e dal supervisore del restauro Noël Véry, e il suo ultimo capolavoro, Le Trou, con cui Becker, per dirla con le parole di Serge Daney che hanno dato titolo alla rassegna, ha “filmato l’idea stessa di libertà”.

Cineconcerto: Tempi moderni di Chaplin
Con l’accompagnamento dal vivo dell’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Timothy Brock
Piazza Maggiore, ore 21.45

Serata inaugurale del trentennale e primo Cineconcerto del Cinema Ritrovato 2016. Sul grande schermo di Piazza Maggiore ritorna Charlie Chaplin, artista-faro del Novecento, da quindici anni al centro delle attività di restauro e ricerca della Cineteca di Bologna. L’Orchestra del Teatro Comunale, diretta da Timothy Brock, eseguirà le musiche che Chaplin compose per Tempi Moderni e che lo stesso Brock ha restaurato. L’eccezionale ampiezza visiva e acustica, porterà nuovo incanto a un film (quasi) muto uscito in epoca sonora, segnato da un uso magistrale degli effetti e delle musiche; uno dei vertici dell’arte di Chaplin e sua ultima apparizione nei panni del Vagabondo. Scolpite nella memoria universale le immagini di Charlot che avvita bulloni in accelerazione convulsa, a cavalcioni di giganteschi ingranaggi, alienato, disoccupato, innamorato. Tempi moderni è il più grande film, meravigliosamente comico, sulla dannazione della modernità e sullo sfruttamento sociale alla base del capitalismo; e il Vagabondo e la Monella che s’allontanano insieme resta “la più riuscita rappresentazione della felicità umana mai portata su uno schermo” (Peter von Bagh).

Il programma completo di sabato 25 giugno